Richard Fisher, direttore della Divisione di Eliofisica della Nasa ha annunciato che il sole, dopo un periodo tranquillo e relativamente lungo sta incrementando la sua attività ed entro il 2013 potrebbe emettere nel sistema solare una quantità di energia magnetica finora senza precedenti.
Secondo il professor Fay- Siebenbürgen, direttore del Research Group presso l’Università di Sheffield tutto ciò è dovuto alle esplosioni solari, prevedibili ed arginabili attraverso lo studio della musica prodotta dal sole.
In conseguenza alle esplosioni, si creerebbe una tempesta potrebbe arrivare sulla terra con un’intensità tale da distruggere apparecchi elettronici,surriscaldare le nostre reti di energia elettrica e danneggiare i nostri satelliti artificiali causando danni economici stimati venti volte superiori a quelli provocati dall’uragano Katrina.
Per il professor Fay-Siebenbürgen però, le esplosioni solari potrebbero essere previste e se ne potrebbe capire l’entità grazie allo studio dei suoni prodotti dai giganteschi archi magnetici osservati sulla corona e che i ricercatori sono riusciti a registrare ed analizzare per la prima volta.
Gli studi effettuati farebbero infatti pensare che questi archi, alcuni dei quali lunghi più di 100mila chilometri e di cui la corona solare è piena, siano responsabili delle esplosioni, note come brillamenti solari, e che siano fondamentali nel determinare la fisica della corona solare.
Le onde acustiche prodotte sono state misurate dai ricercatori in maniera indiretta con il satellite Soho (Solar Heliospheric Observatory ) e convertite in seguito in formato audio con delle frequenze udibili all’orecchio umano (le frequenze originali erano migliaia di volte più basse di quelle percepibili dal nostro udito) per mezzo di uno strumento chiamato Michelson Doppler Imager (MDI) montato sul veicolo spaziale Soho.
Gli enormi archi coronali oscillano come se qualcuno pizzicasse le corde di una chitarra (oscillazioni trasversali) o come se qualcuno soffiasse in uno strumento a fiato (oscillazioni longitudinali).
Ecco quello che i due satelliti hanno “sentito” provenire dal sole:
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