ISTANBUL – Alta tensione in Turchia. Nella provincia di Siirt un attentato ha ucciso otto soldati turchi. L’azione terroristica, messa in atto con una bomba telecomandata mentre il convoglio dei militari stava transitando su una strada di collegamento tra Sirvan e Pervari, è stata attribuita dai media locali ai ribelli del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). L’esplosione arriva in un momento di forte tensione nella zona a maggioranza curda, nel sud-est della Turchia, dopo la rottura il mese scorso del cessate il fuoco che era in vigore da due anni.
Nel frattempo, a pochi minuti di distanza, due uomini armati hanno sparato con armi automatiche contro gli agenti che presidiavano l’ingresso del palazzo di Dolmabahce a Istanbul ferendo leggermente un poliziotto. L’edificio, in cui si trovano gli uffici del primo ministro Ahmet Davutoglu, è molto visitato dai turisti. La strada è stata subito chiusa al traffico e diverse pattuglie della polizia turca sono si sono recate sul posto. I due assalitori sono stati arrestati mentre cercavano di scappare verso il vicino consolato tedesco. I sospetti della polizia turca convergono per il momento sugli attivisti del Dhck-p, già autori di un attentato dalle modalità simili nello stesso luogo lo scorso dicembre.
Intanto la situazione politica della Turchia rimane precaria. Fonti della presidenza hanno riferito che Erdogan incontrerà il presidente del Parlamento, per consultazioni sulla formazione del nuovo governo. Il partito Akp, fondato da Erdogan, a giugno ha subito la sua peggior sconfitta elettorale da quando è salito al potere nel 2002, non ottenendo la maggioranza assoluta per la prima volta. L’ipotesi più probabile è quella della formazione di un governo ad interim in vista delle nuove elezioni in autunno.