L’AQUILA – Secondo round tra M5s e Pd in Abruzzo dopo l’occupazione degli scranni della Giunta da parte dei 5 Stelle. Un video del Movimento scatena minacce via web, finite anche all’attenzione della Questura, nei confronti del consigliere di maggioranza Pd e portavoce della stessa maggioranza al Consiglio regionale, Camillo D’Alessandro. Nelle immagini messe in rete, e riprese dai circuiti nazionali, dal consigliere del Movimento 5 stelle, Domenico Pettinari, si vede D’Alessandro sferrare un colpo verso l’esponente dei ‘grillini’ che, con il telefonino, stava riprendendo alcuni attimi della protesta M5s.
Nel video dei pentastellati anche le immagini del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che ribalta la sua poltrona occupata dalla M5s Sara Marcozzi. E le frasi di D’Alessandro: ‘Io preferisco la rissa, a me non mi riprendere’. Dal canto suo D’Alessandro rimanda al mittente le accuse di aggressione e lo fa usando le immagini ufficiali del Consiglio regionale in cui si vede che lo ‘schiaffo’ in realtà colpisce un microfono della sala.
“Io – afferma quindi D’Alessandro in una nota – non ho aggredito nessuno ma, al contrario, ho ricevuto sulla rete minacce a causa di un video, montato ad arte, dove si accostano parole ed immagini in modo da costruire la scena di una aggressione. L’aggredito – dice – sono io. Ho semplicemente e volutamente cercato di spostare il telefonino di un consigliere di 5 stelle che provocatoriamente riprendeva”.
“La frase ‘preferisco la rissa’ non solo era ironica ma aveva un antefatto ancora più ironico”, spiega il consigliere del Pd riferendo di un consigliere 5 Stelle che, tempo fa, in un concitato confronto con il Presidente del Consiglio regionale, avvertì che lui era campione di box.
“Questa – puntualizza – è la verità”. “La conseguenza del video, estratto dal contesto da me riferito – prosegue D’Alessandro – ha provocato reazioni violente sulla rete, da parte dei militanti 5 stelle, con la conseguenza di aver ricevuto minacce, anche pesanti rispetto alle quali la Questura ha acquisito documentazione. Non si sono fermati ad aggredire verbalmente, con i loro post sui social network, neanche sotto le foto dei miei bambini”. Il Consiglio regionale ha espresso solidarietà a D’Alessandro.