Afghanistan, Draghi guida l’Europa su una linea comune: fermare il terrorismo, gestire la crisi umanitaria

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 22 Agosto 2021 - 08:22 OLTRE 6 MESI FA
Afghanistan, Draghi guida l'Europa su una linea comune: fermare il terrorismo, gestire la crisi umanitaria

Afghanistan, Draghi guida l’Europa su una linea comune: fermare il terrorismo, gestire la crisi umanitaria

Afghanistan, la possibiltà di una nuova ondata migratoria ha allertato tutte le Cancellerie del mondo.

L’Europa, guidata da Draghi – con lui per la prima volta abbiamo la guida morale del vecchio continente – cerca una soluzione. Che scongiuri il pericolo che ad occuparsi dei Talebani, e della crisi umanitaria conseguente al putch, siano solo i russi, i cinesi e il solito Erdogan. Che considera l’Asia Centrale il giardino di casa.

I maggiori analisti politici internazionali ritengono assolutamente prioritario normalizzare le relazioni con Iran e Pakistan. Paesi con cui Kabul divide migliaia di km di confine.

E al cui interno vivono milioni di rifugiati afgani scampati prima alla guerra contro l’Unione Sovietica e poi alla presa di potere dei Talebani nel 1996.

Il motivo è evidente, Pakistan e Iran sono potenze nucleari. E rappresentano una minaccia seria per gli equilibri internazionali. Soprattutto se, come si teme, il nuovo califfato di Kabul favorirà il terrorismo islamico. Che in alcune realtà, si pensi all’africa subsahariana, non è mai scomparso.

L’incomprensibile ritirata degli americani, ha quindi posto l’Europa al centro di una azione politica volta a tutelare gli interessi (e la sicurezza) degli occidentali.

È in questa ottica che deve leggersi la recente sortita diplomatica di Draghi.

L’obiettivo è quello di favorire il dialogo tra tutti gli attori europei e fare in modo che sia il più esteso possibile.

Draghi ha compreso quanto sia necessario giungere a una posizione  comune sui problemi fondamentali che stanno per nascere a causa della crisi afgana.

Afghanistan, le minacce incombenti

Il terrorismo anzitutto.

E poi l’allocazione dei profughi.

Oltre ai diritti umani, un tema su cui ha richiamato l’attenzione di una Europa troppo spesso disattenta.

Quasi scontate le reazioni interne nell’ambito della sua maggioranza.

Sostanzialmente concordi 5stelle, Pd e Forza Italia e addirittura non ostile Giorgia Meloni.

Mentre si registrano i malumori dell’unica vera opposizione all’Esecutivo Draghi, alimentata dal consueto sterile chiacchiericcio della Lega.

Salvini infatti non ha perso tempo a frenare i propositi del Governo di accogliere i collaboranti con la missione Italiana oltre che un certo numero di donne oggettivamente oggi in pericolo in Afghanistan. Ovviamente, anche questa volta si farà come decide Draghi, ma intanto il leader leghista non perde l’occasione per dare l’ennesima prova della sua inadeguatezza. Umana prima che politica.

Dimostrando che al di là delle ciance che da anni va ripetendo sulla necessità di una emigrazione “legale” quali i corridoi umanitari, che il suo fine è solo quello di raccogliere il consenso instillando la paura nei cittadini.

Peraltro mostrando il totale disprezzo che ha della nostra Costituzione. Che impone, in casi del genere, in attuazione dei molteplici trattati e convenzioni internazionali ratificati dal nostro Paese, un intervento umanitario oltre che politico e diplomatico.