Minigonna, borsetta, collant e pelliccia: è inusuale l’outfit scelto da una donna per sciare sulle piste dei Piani di Bobbio. Il tutto, ovviamente, ha scatenato una bufera di commenti in risposta alla foto pubblicata su Facebook da chi ha immortalato la scena. Da una parte si pone chi sottolinea l’importanza dell’approcciare la montagna e gli sport invernali con gli abiti adatti, evitando di sottovalutare i rischi legati a queste attività; dall’altra la fazione del “vivi e lascia vivere“, in cui si rispetta il libero arbitrio anche nelle decisioni più insolite.
Sugli sci con minigonna, calze e borsa a tracolla
La scena è stata immortalata qualche giorno fa da un signore di Monza, che ha postato lo scatto sui social, suscitando una marea di polemiche. “Quando pensi di non essere particolarmente adatto a questo tipo di sport ti trovi a confrontarti con gente che si presenta con sci ai piedi, ma con le unghie delle mani lunghe, decorate e agganciate al cordino dei bastoncini e pure con il cellulare in mano – aveva scritto in un post poi rimosso da Facebook – Così come ti trovi alcune donne con la gonna, calze velate e borsetta a tracolla”.
Polemiche per l’outift della signora
Uno scatto che ovviamente non ha lasciato indifferenti molti utenti. In tanti infatti hanno criticano l’imprudente sciatrice perché “se fosse scivolata, fosse caduta e avesse avuto bisogno di soccorsi per tutte le inevitabili abrasioni, sarebbe stato un costo assurdo (e noi paghiamo)” e rientra nel novero di “quelli che poi il Soccorso alpino deve aiutare perché sottovalutano i pericoli della montagna”. E c’è chi riflette che “in montagna uno è responsabile anche per gli altri, come in qualunque posto. Infatti la nostra rovina è che ognuno fa e pensa solo a se stesso: responsabilità civile pari a zero e regole che non esistono più, tranne quando fanno comodo”.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi in cui sono stati gli stessi esponenti del Soccorso alpino a stigmatizzare pubblicamente certi atteggiamenti. Avevano fatto scalpore le immagini dei turisti saliti in pantaloncini e infradito al Rifugio Torino sul Monte Bianco nel 2015. Pur di scattare un selfie ricordo a oltre 3400 metri di quota, trascuravano le più elementari norme di sicurezza.