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Europa paradiso di 12 mila lobbisti a Bruxelles, la corruzione dilaga, lo scandalo Quatar distrugge il sogno

Quale Europa è mai questa? E’ il vecchio continente acculturato, saggio, economicamente sano che in molti nel mondo prendevano d’esempio?

Interrogativi d’obbligo dopo “lo scandalo Qatar” che ha sbalordito tutti per gli intrighi e gli affari che hanno coinvolto personaggi di primo piano, con in testa la vice presidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili, tuttora in carcere a disposizione della magistratura belga. E’ come se all’improvviso si fosse scoperchiato un vaso di Pandora, pieno di intrighi e di sciagure che nessuno mai avrebbe potuto prevedere.

Decine di banconote da cento dollari in contanti promessi a destra e a manca, politici corrotti in Italia e fuori, sequestri, indagini negli appartamenti dei sospetti. Certamente non è questa l’Europa che sognavamo: un’alleanza fra Stati che avrebbe potuto fornire lezioni di democrazia a chiunque.

Quel giorno dell’accordo stipulato a Roma sembra lontano di secoli. Possibile che oggi quel patto non solo è stato stracciato, ma è stato “rivoluzionato” da gente senza scrupoli? Si è così, se la situazione è quella che ha portato in galera persone su cui molti avrebbero messo la mano sul fuoco. Ma forse, alla fine dell’inchiesta, si potrebbe scoprire una Europa completamente diversa da quella sognata un tempo. Oggi, non c’è più sintonia fra gli stati membri: ognuno cerca di portare acqua al suo mulino, infischiandosene dei princìpi che avrebbero dovuto essere alla base della nuova Europa.

Ormai, le regole sono un optional: la Germania tira da una parte, la Francia dall’altra, i paesi nordici la pensano sempre in maniera diversa. Cosicchè è facile che nasca la corruzione, che dilaghi la furbizia, che i più intriganti trovino sempre più spazio. Bruxelles, la capitale fulcro dell’Europa, è una città dove vive una folta schiera di funzionari, osservatori, spie, lobbisti che secondo le stime ufficiali sono dodicimila, ma che in realtà sono molti di più.

E’ facile che in un contesto del genere possano trovare spazio coloro i quali sono avidi di danaro e non vedono altro che il dio soldo. Il Quatargate ne  è una dimostrazione lampante perchè i protagonisti (quelli finora accertati) non sono individui di serie B, ma al contrario uomini e donne che giocando al calcio potrebbero figurare in Champions League.  Antonio Panzeri, un ex parlamentare del pd, ora nelle file dei seguaci di Fratoianni, Antonio Cozzolino, altro esponente di rango dei dem, Francesco Giorgi, il compagno di Eva Kaili, dalla quale ha avuto una figlia. Insomma un coacervo di individui che si servivano di compari fidati per tagliare il traguardo della ricchezza.

L’Europa ha più facce, dire che è un continente unito sarebbe ed è una bugia bella e buona. Da un punto di vista economico si litiga un giorno si ed un altro pure. Anni fa è stato trovato l’accordo sulla moneta unica, l’euro, ma poi? L’armonia è un sostantivo quasi dimenticato.

Anche di recente sul prezzo del gas e dell’energia elettrica non si è dato un grande esempio di solidarietà. Per non parlare dei migranti che fuggono dall’Africa per approdare in Europa. Dove? In Italia, naturalmente, il più meridionale degli Stati europei. Sono anni luce che si va alla ricerca di un accordo per la ridistribuzione di questa povera gente. Non si trova perché è troppo facile servirsi dell’Italia per risolvere il problema. Si fa finta di discutere, di andare alla ricerca di un “quid” che possa essere condiviso da tutti.

Niente. L’ultima promessa era che si sarebbe dovuto trovare un punto comune nel 2023. Tutto è saltato in aria perché la Svezia, che è il Paese che presiede in questi mesi l’Europa, ha detto no. L’ambasciatore di Stoccolma ha affermato con estrema chiarezza che tutto è stato rimandato al 2024. Così è il nostro Paese che deve aiutare e accogliere le decine di migliaia di migranti che arrivano dalle parti della Sicilia con ogni mezzo che serva ad attraversare quel tratto di mare che ci divide dalla Libia o dalla Tunisia.

Ecco cosa è l’Europa agli inizi del 2023. Si potrà porre riparo ai tanti guai che affliggono il vecchio continente? Potrà essere così solo se gli uomini che la dirigono vivendo a Bruxelles comprendano che è tempo di fare pulizia e di stringersi la mano per un futuro diverso da quello attuale

 

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