Donne d’impresa: Giordana Giordini da Arezzo guarda il futuro degli orafi: chi ha l’oro fa le regole, l'arte italiana vincerà nel mondo Donne d’impresa: Giordana Giordini da Arezzo guarda il futuro degli orafi: chi ha l’oro fa le regole, l'arte italiana vincerà nel mondo

Donne d’impresa: Giordana Giordini da Arezzo guarda il futuro degli orafi: chi ha l’oro fa le regole

Donne d’impresa: di madre in figlia nell’oro di Arezzo: Giordana Giordini. Orafa “doc”, con 50 anni di storia aziendale di gioielli alle spalle, è orgogliosa e fiera del suo prezioso settore.

“Un settore sempre attivo e forte – dice – nonostante crisi, guerre nel mondo e pandemie”. , Giordana Giordini, oggi Presidente di Federorafi, già al secondo mandato della sezione orafa di Confindustria Toscana Sud, ha vissuto a Los Angeles. È convinta che la passione per l’oro  sia in continua e perpetua evoluzione, mai spenta in un mercato del lusso che non avrà mai fine, nonostante le crisi più o meno dichiarate di tanti Paesi.

La mattina Giordana Giordini, mamma e nonna, è sempre la prima ad arrivare in azienda e il lavoro, spesso, se lo porta anche a casa con i “compiti” ancora da finire. La sua azienda, che dirige insieme al fratello Alessandro è stata fondata nel 1964 da Olga Santini e Mario Giordini, i genitori.

C’è da dire – e lo sottolinea la  figlia – che Olga, sua madre, che aveva prima del 1964 aperto un piccolo laboratorio in cui lavorava “conto terzi”,  è stata davvero una straordinaria imprenditrice. Negli anni, infatti, non solo ha fondato ma ha saputo far  crescere il laboratorio in maniera esponenziale.  In origine si chiamava infatti ditta Santini – poi in seguito, dopo aver conosciuto il futuro marito, Olga la chiamerà ditta Giordini. Oggi, si è già arrivati alla III generazione, perché i figli di Giordana, Jacopo e Costanza, già da tempo lavorano insieme a lei.

Jacopo dirige la parte commerciale, Costanza – invece – all’interno della Giordini Gioielli ha creato GiòElle una linea di gioielli in grande stile. Giovanni, il figlio di  suo fratello Alessandro spera potrà anche lui partecipare allo sviluppo dell’azienda perché le nuove generazioni potranno portare avanti il bellissimo progetto e la storia di famiglia, con le loro innovazioni.

Si fanno gioielli sempre più “leggeri”, a causa del costo dell’oro arrivato alle stelle. Quali le strategie per i gioielli del futuro?

  Prevediamo di continuare il fortunato connubio tra alta tecnologia dei macchinari e la straordinaria creatività del nostro artigianato che ci permetterà di portare avanti il Made in Italy e di essere sempre più competitivi e appetibili sul mercato mondiale.

L’oro come investimento. Meglio i lingotti?

Lingotti o gioielli ma purché sia oro! “Chi ha l’oro fa le regole!” come ci insegna l’esperienza della vita commerciale e la massima, così autorevole, di Arthur Bloch.

 Le diseguaglianze di “genere” hanno creato  gravissimi problemi  nei Paesi come l’Iran o l’Afghanistan

 Spesso lavoriamo con Paesi dove le donne non vengono trattate come gli uomini: questo è un grave problema culturale che ci colpisce e affligge davvero moltissimo. Andando in giro per il mondo, come faccio da sempre, spero nel mio piccolo di dare un buon esempio e mi auguro con tutto il cuore che le donne soprattutto iraniane riescano a raggiungere la loro libertà. Le donne di tutto il mondo sono con loro, anche se,  – purtroppo – non ancora non abbiamo avuto il modo di poterlo dimostrare materialmente.

 A proposito di “sostenibilità”? Quali strategie avete adottato per essere anche “azienda sostenibile e green”?

Nelle aziende orafe parliamo già da molto tempo di sostenibilità e circolarità. Infatti le aziende orafe trattano i rifiuti speciali e gli scarti di lavorazione in maniera che ci sia sempre minor impatto ambientale attraverso l’utilizzo di impianti all’avanguardia. Per questo siamo sempre attenti e alla ricerca di nuove tecnologie che facilitino questo che è un importante obiettivo per tutte le aziende orafe. Inoltre cerchiamo di utilizzare oro certificato, green cioè proveniente da recuperi, anche per distinguersi dai nostri competitors indiani, cinesi o turchi. E questo fa una grande differenza.

Molte aziende orafe non hanno resistito ai duri colpi della pandemia 

 Sono molto poche per fortuna le aziende che non ce l’hanno fatta a resistere alla pandemia, la maggior parte, anche quelle più piccole hanno tenuto i nervi saldi e con qualche piccolo aiuto sono riuscite ad arrivare ad ottobre e novembre del 2020. Dopo questa data infatti quando è ricominciato il lavoro. Poi nel 2021 è ripartito alla grande il business dell’oro con enormi ordinativi ed è continuato fino a tutto il 2022 potendo così recuperare le perdite del 2020.

Il futuro della gioielleria sarà sempre d’oro?

Ci sono buone prospettive di lavoro anche per il 2023 che inizierà con una fiera importantissima a Vicenza e che ci permetterà di incontrare operatori da tutto il mondo perché la ripresa italiana – e non solo – sia veramente consolidata. 

 

 

 

 

 

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