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Benzinai Pinocchio: a gennaio su 2518 ispezioni Finanza 989 bugie sui prezzi

Maldestramente il governo (o meglio la propaganda pro e di governo) ha tentato di scaricare di fatto su di loro, loro, i benzinai. Il governo aveva scelto, peraltro opportunamente, di non rinnovare lo sconto di Stato sui carburanti (pari in totale a circa 35 cent litro). Il non rinnovo della seconda tranche dello sconto (circa 18 cent) aveva visto dunque salire i prezzi al rifornimento. Mugugno d’opinione e il governo prima tentato e poi cullato dall’idea di buttarla in “è stata la speculazione”. La speculazione chi? Equazione facile: se c’è speculazione sui prezzi alla pompa, allora devono essere i benzinai. Non era vero. O almeno non più di quanto non sia così da sempre: i benzinai non speculano alla grande sui prezzi dei carburanti, però nel loro piccolo si ingegnano, arrangiano…

Prezzi, scioperi e tabelle

Il governo aveva scelto (peraltro opportunamente, val la pena di ripeterlo) di non spendere altri dieci miliardi per mantenere lo sconto di Stato sui carburanti, altri fronti di spesa li ha valutati più urgenti e necessari. I prezzi dei carburanti sono quindi sostanzialmente aumentati dello stesso delta corrispondente al mancato sconto. Ma la percezione d’umor popolare è stata quella di aumenti ancora maggiori. Di qui l’evocazione della speculazione. Che però non c’era. E quindi lo sciopero dei benzinai offesi, e anche un po’ permalosi. L’oggetto del contendere erano i cartelli da esporre con sopra i prezzi e le multe e sanzioni se non si espongono. 

Un vecchio, caro vizio

Nel 2022, in tutto l’anno 5187 ispezioni e controlli della Guardia di Finanza su impianti di rifornimento e relative 2809 violazioni e irregolarità, più o meno il 40 per cento, quattro benzinai su dieci. E questo prima della fine dello sconto di Stato, anzi a sconto di Stato vigente. Gennaio 2023, sconto di Stato non c’è più, speculazione nemmeno ma su 2518 controlli sono 989 le violazioni riscontrate, ancora circa il 40 per cento. Dunque un’abitudine radicata, quasi un modus operandi alla pompa. La violazione tipo ai danni del consumatore è quella per cui sul cartello all’ingresso dell’impianto c’è un prezzo che però non è quello della colonnina che benzina o diesel eroga. Sul cartello c’è una bugia, un prezzo più basso. Non una bugia volontaria dicono i benzinai ma una dimenticanza. Una è una dimenticanza, quattro su dieci sono assai improbabile amnesia di massa. Quattro su dieci ci provano, si arrangiano, contano sul fatto che sono ben pochi gli automobilisti che prima guardano il prezzo sul cartellone e poi controllano sia lo stesso dell’erogatore. 

Prezzo libero, speculazione più fumo che arrosto e benzinai che ci marciano

Vale infine la pena di ricordare che in Italia il prezzo dei carburanti è libero, non è e non può essere fissato da Stato o governo. Vale anche la pena di rilevare come sul termine speculazione vi sia uno slittamento semantico che è il frutto del mix improprio tra guadagno da investimento, risparmio o impresa e truffa, imbroglio, raggiro. E vale il memento, documentato dalla Guardia di Finanza, per cui anche i benzinai, come molte se non tutte altre categorie e mestieri, si arrangiano, ci marciano.

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