Gli esperti dell’antiterorismo che si occupano di monitorare le attività dei gruppi anarchici hanno segnato in rosso due date: 5 e 11 febbraio, inizio e fine del Festival di Sanremo, cinque giorni di diretta da 5 ore l’uno dedicati al festival della canzone italiana, di gran lunga l’evento televisivo dell’anno.
Sanremo, antenne e ripetitori Rai nel mirino
Occasione più che ghiotta per ogni sorta di intrusione nel tentativo di farsi conoscere o amplificare al massimo i propri messaggi. Come quello di ammorbidire la pena detentiva di Alfredo Cospito, l’anarchico 55enne consumato da un lunghissimo sciopero della fame iniziato proprio contro il regime di carcere duro detto ergastolo ostativo cui la legge 41 bis (quella introdotta nel ’92 contro i mafiosi per intenderci) lo sottopone escludendo l’applicabilità di ogni beneficio penitenziario.
Pericolo anarchici, il vertice al Viminale
Il vertice al Viminale alla presenza del ministro dell’Interno Piantedosi – che fa il punto su scontri, blitz, atti dimostrativi e attentati a Roma, Milano e Torino – ha cerchiato l’appuntamento sanremese focalizzandone il rischio potenziale. Occhi puntati sulla manifestazione, certo, in particolare per evitare indesiderati blitz al Teatro Ariston, ma soprattutto sui prevedibili obiettivi.
Quindi antenne e ripetitori televisivi per sabotare la trasmissione Rai ottenendo un seguito informativo insperabile considerando i numeri dei dati di ascolto. Si temono incursioni violente e spettacolari ma soprattutto sabotaggi alla rete di trasmissione.
E del resto a Sanremo è atteso anche il presidente dell’Ucraina Zelensky che porterà l’atroce realtà della guerra tra i fiori e le canzoni di un festival che, comunque la si pensi, non può far finta di far parte di un altro pianeta.