Milano è la città d’Italia in cui si guadagna di più. Qui lo stipendio medio è di 30.464 euro. Si tratta di una cifra superiore di due volte e mezzo rispetto alla media nazionale che è di 12.473 euro e di 9 volte superiore di 9 volte rispetto a quanto si guadagna a Rieti. La città del Lazio è ultima in questa rilevazione condotta dal Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne che ha preso in esame l’andamento del reddito da lavoro dipendente tra il 2019 e il 2021. Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, spiega che “l’analisi dimostra che la geografia delle retribuzioni è diversificata territorialmente. Sotto vari aspetti non rispetta la tradizionale dicotomia Nord-Sud”. Le ultime due province in cui si guadagna meno sono infatti nel Lazio e la quint’ultima in Lombardia.
Gli stipendi nelle città italiane, la classifica: in 22 province il salario è diminuito
In 22 province su 107, tra il 2019 e il 2021, i lavoratori dipendenti hanno perso 312 euro a fronte di un aumento medio nazionale di 301 euro. Le tre delle città che hanno perso di più nella media dei salari sono Venezia, Firenze e Prato. La top tre che hanno invece guadagnato di più sono Milano, Parma e Savona. Qui gli stipendi sono aumentati di più di mille euro in tre anni. A Milano, tra il 2019 e il 2021 le buste paga hanno avuto un incremento del 6,7%.
Il reddito medio annuo
Il reddito medio annuo da lavoro dipendente per provincia, a Milano è pari a 30.464,86 euro. Al secondo posto c’è Bolzano con 18.942,08 euro, dato già piuttosto lontano dalla prima classificata. Terza è Bologna con 18.628,65 euro, quarta Parma con 18.175,33 euro. Quinta Roma con 17.774,30 euro. Le ultime cinque invece sono Pavia con 5.673,98 euro, Enna con 5.557,75 euro, Agrigento con 5.337,89 euro, Viterbo con 4.062,25 euro e Rieti con 3.317,55 euro. Come si può leggere, non si tratta di tutte città del Sud. Pavia è addirittura in Lombardia, la regione più ricca d’Italia e tra le primissime in Europa. Leggendo il dato delle ultime classificate resta da chiedersi come si possa vivere con salari così miseri. Ma questo è un altro discorso.
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