Chi ora deve preoccuparsi di più è Giuseppe Conte: una bottega concorrente ha aperto le sue sale e salini e vetrine, una bottega-boutique-shopping center con la stessa merce politica, però più raffinata, di miglior taglio e maggiore appeal. Elly Schlein è un sacco di cose che Giuseppe Conte non è: donna, ecologista, femminista, giovane. E in più d’ora in poi si avvale di un brand consolidato: Pd. Il Pd alla Schlein sarà uno store dei bisogni trasformati in diritti più e meglio di quello che ha M5S come insegna. Sarà, già è, una versione della creatività italiana nel mixare elementi e ingredienti della francese France Insoumise, della tedesca Linke, dello spagnolo Podemos, un po’ un partito Verde che in Italia non è mai fiorito, con un po’ di fattezze da partito radicale di massa, qualcosa di per così dire antagonista al Sistema e insieme iper statalista in economia. E, ovviamente, qualcosa di pacifista fino a lambire un neutralismo come orizzonte valoriale.
Insomma il Pd alla Schlein scioglie l’equivoco su se stesso: non più il partito riformista, socialista, di governo che voleva essere e mai riusciva ad essere perché ancoraggi e concrezioni culturali, oltre a insediamenti e condizionamenti elettorali, glielo rendevano impossibile. Non più questa vasta forbice tra il riformismo identità su carta della sinistra e la praticabilità del riformismo in una geografia e orografia del consenso alle riforme vere ostili e refrattarie. Il Pd alla Schlein scioglie l’equivoco che con Bonaccini segretario sarebbe continuato. Il Pd alla Schlein scioglie se stesso in qualcosa di altro e di diverso che, tra l’altro, drena l’acqua in cui nuota M5S. Marco Travaglio l’ha capito e segnalato al volo dando cosi il benvenuto alla Schlein segretario e leader: “Pd, giù l’elmetto”. Aldo Cazzullo lo segnala sul Corriere della Sera con un puntuale e non immaginifico e immaginario: “Può succedere di tutto”.
Il trasloco della serietà
Se La Destra si melonizza…Che vuol dire? Giorgia Meloni sta governando con la cifra della serietà. Ed è una cifra finora incognita se non negletta nella Destra. Lo è tuttora incognita e negletta nella Destra alla Salvini e alla Berlusconi e anche alla La Russa e anche alla Valditara e anche e anche e anche in non pochi dentro FdI. Ma sulla politica internazionale, no, a dirla così sembra roba gelida e astratta. Sul dove e con chi stare mentre si combatte tra democrazie dittature Giorgia Meloni premier sta coniugando serietà, responsabilità e dignità nazionale. E con serietà, anzi per serietà, Meloni ha affrontato la Super Super Super mancia nazionale del mercato dei crediti fiscali da bonus edilizi. Perfino sui balneari, carissimi chissà perché alla Destra, Meloni prova a introdurre elementi di serietà nel governare.
Meloni e anche Giorgetti: una voglia e una pratica, faticosa, di serietà dentro la Destra tradizionalmente parolaia, arruffona, incompetente, irresponsabile, voluttuosamente irresponsabile. Non sta scritto da nessuna parte e non è detto che succede e molti ostacoli ci sono a che succeda, ma se la Destra si melonizza, cioè assume su di sé l’identità della serietà…Serietà, per decenni riconosciuta alla Sinistra, malgrado fosse Sinistra. Comunisti ma gente seria. Pensava così gran parte del ceto dirigente italiano, pensavano così anche elettori che a sinistra non votavano. Comunisti ma gente seria con il senso dello Stato. Comunisti ma si prendono sulle spalle il peso delle compatibilità. Comunisti ma con la Cgil (non più da quella di Camusso in poi) come garanzia di stabilità sociale. Comunisti, ma che da Berlinguer in poi sapevano che la Nato era meglio starci dentro che fuori, meglio per la libertà (a proposito di chi oggi propala “La Nato ripudia la pace” va osservato che sono 80 anni circa che abbiamo vissuto in pace garantita…sotto il tallone della Nato!). Ora la Sinistra è stufa, stremata della sua serietà cui in fondo imputa la sconfitta elettorale. E si schleinizza la Sinistra: mai più il giogo delle compatibilità, delle responsabilità. Da domani al rogo l’energia da fonti fossili, da domani.
Quella ambientale è una lotta tra il Bene e il Male, non un programma pluri decennale di gigantesca e complessa transizione. Non c’è niente di complesso nel mondo alla Schlein, il complesso è una trappola astuta per imbrigliare e imbrogliare i buoni di buona volontà. Men che mai la eretica questione della produttività, del come produrre ricchezza. Questa sgorgherà dal bucare il sacco sempre pieno d’oro dei ricchi. Gli ultimi (si spera ma si teme gli ultimo secondo dichiarazioni del Redditi) saranno i primi per il Pd alla Schlein in una predicazione evangelica a misura di categorie e corporazioni e nessuna identità sociale o sessuale sarà lasciata indietro o sola, qualunque istanza elaborino o avanzino sarà riconosciuta e predicata come diritto naturale e incarnazione della libertà. E, a proposito di libertà, combattere per difenderla se qualcuno l’attacca in armi non è nel mondo alla Schlein una saggia e giusta e doverosa ed etica scelta. La pace, il quieto vivere scaturiscono per una sorta di partenogenesi dall’astenersi dal combattere. Sì, come dice e scrive Aldo Cazzullo, può succedere di tutto, anche che la Destra si melonizza e la Sinistra si schleinizza.
Le primarie a sorpresa ma anche no
Che sorpresa la Schlein che vince contro pronostico. Pronostico di chi? Di osservatori molti e tutti molto distratti. Per prima cosa la “sorpresa” era visibile in embrione e qualcosa in più nella follia sghemba della doppia platea elettorale. Le primarie a sinistra nascono come scelta del candidato premier e per questo giustamente e coerentemente la platea elettorale è quella di tutti i potenziali elettori italiani. Tutti i cittadini ed elettori possono concorrere alla scelta del candidato premier, premier del governo del paese. Ma queste erano primarie per scegliere il segretario di un partito. Segretario di un partito, lo dice senza ombra di dubbio la parola stessa, un partito. La scelta della guida di un partito dovrebbe spettare a chi quel partito compone e abita, insomma agli iscritti.
Nella sua follia sghemba il Pd ha prima fatto votare gli iscritti (che hanno votato a maggioranza Bonaccini) e poi ha fatto votare gli elettori cittadini interessati. Col risultato della vittoria della Schlein (corollario ignorato di più: con la mortificazione della volontà dei tesserati e iscritti). Dicono sia una scelta di democrazia la doppia platea elettorale, non vero. E’ come se sulla ristrutturazione di un condominio si chiedesse ai condomini e poi ai passanti abituali della strada e anche ai turisti. Nella follia sghemba della doppia platea già covava la “sorpresa”.
Il Pd è morto, viva il Pd?
Perché le emozioni, i sentimenti, i valori condivisi, gli umori della “gente di sinistra” erano chiari e chiaramente coltivati. Le elezioni perdute perché sinistra troppo moscia, il dogma della virtù taumaturgica del cambiamento, il nuovismo ormai canuto ma forma mentis irrinunciabile. Emozioni, pulsioni, passioni semplici ed elementari che confluivano e si attagliavano a “donna, ecologista, giovane, femminista”. La metà abbondante della gente di sinistra che è andata a dire la sua alle primarie per il segretario del Pd ha creduto di votare e scegliere il Nuovo che guarisce e lenisce e risorge più puro e tosto che pria. Ha votato e scelto il Diverso, il diverso da ciò che la sinistra politica e sociale è stata in Italia, il diverso da ciò che la sinistra voleva essere, il diverso da ciò che la sinistra non è riuscita ad essere. Il re è morto, viva il re è il motto di continuità delle grandi dinastie, il Pd è morto, viva il Pd non sarebbe traslazione corretta: il Pd è morto e nasce viva un’altra cosa, non la “cosa” di sinistra ma proprio un’altra e altra cosa.