Annuncia la laurea ai genitori ma in realtà le mancava ancora un esame, quello di latino. Cosa che non aveva detto ai suoi genitori. E così, il giorno prima di quella cerimonia tanto attesa, forse non ce l’ha fatta a sostenere il peso della confessione e ha deciso di uccidersi, buttandosi giù da un dirupo. E’ morta così, a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, una giovane studentessa di 27 anni.
La laurea, l’esame i genitori e il suicidio
Dietro il suo gesto c’è proprio quell’esame non fatto ed una laurea che almeno per ora non avrebbe potuto conseguire. E’ stato il papà a lanciare l’allarme per la sua scomparsa. La ragazza non era il tipo da sparire: gli studi, la famiglia, il fidanzato, una vita tranquilla, ha raccontato subito il genitore. L’aveva chiamata, nella tarda mattinata di lunedì, il giorno prima della laurea annunciata. Il cellulare non era raggiungibile ma poi lei aveva inviato un messaggio WhastApp dicendo che avrebbe dovuto recarsi in biblioteca, per ritirare la tesi, e che sarebbe rientrata a Somma Vesuviana con il treno delle 16 di Napoli.
Ma, forse, a Napoli non c’è nemmeno mai andata, le telecamere dell’università quel giorno non l’hanno mai ripresa. Il padre, quel giorno, ha insistito. Ha anche scritto in una chat dell’ateneo per chiedere se qualcuno l’avesse vista. Diana gli ha inviato un altro messaggio, “non posso parlare”. Poi il nulla. Solo la sua borsetta nera, accanto ad una ringhiera. Il suo corpo è stato trovato in un dirupo, nei pressi di un ex ristorante di Somma Vesuviana. E’ stata un’amica di corso, in una chat, a dire: “Aveva raccontato che andava a ritirare la tesi, ma non doveva ancora laurearsi”. Da lì le indagini dei carabinieri ed il sospetto che dietro il suo suicidio ci fosse quella laurea tanto attesa ma ancora lontana.
Il rettore dell’Università: “Se ci sono malesseri forti, segnalateli”
“E’ una perdita enorme perché quando si spegne una giovane vita è sempre un fatto enorme”. Lo ha detto il rettore dell’Università “Federico II”, Matteo Lorito, parlando della morte della studentessa di Somma Vesuviana, che era iscritta alla facoltà di lettere dell’ateneo napoletano. “Se ci sono malesseri forti, vi chiediamo di segnalarceli – ha proseguito il rettore – non siamo solo erogatori di didattica ma vogliamo aiutare ancora i nostri più deboli e fragili. Abbiamo gli strumenti per farlo, abbiamo delle persone che si occupano a tempo pieno di questo”.
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