Magrezze tossiche che spopolano su web e social, in preoccupante crescita dopo la pandemia. Per anoressia e bulimia perdono la vita 4.000 giovani l’anno. Introdurre nel codice penale il reato di istigazione a questi e altri simili disturbi alimentari, è l’obiettivo del disegno di legge che prende di mira gli influencer, che prevede multe da 20.000 a 60.000 euro e carcere fino a due anni.
Anoressia, multe fino a 60mila euro per influencer
Il ddl, presentato da Fratelli d’Italia in Senato, prevede anche di riconoscere i disturbi dell’alimentazione come malattia sociale, prevenzione e sostegno alla famiglie. Mentre dal viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, arriva l’impegno a lavorare per introdurre lo psicologo a scuola e una maggiore attenzione alla salute mentale dei giovani, per troppo tempo messa in secondo piano, anche in pandemia.
“Anoressia e bulimia sono la prima causa di morte dopo gli incidenti stradali sotto i 25 anni. Io stessa ne ho sofferto per 4 anni e ho deciso di aiutare altre persone a uscirne”, spiega Camilla Mondini, fondatrice della startup DiCiAlice, nata per aiutare a rendere accessibile il percorso di cura. Con la pandemia il problema ha visto un aumento di 30%. “Le stime – ha spiegato Camilla – riguardano solo le diagnosi emerse, ma c’è un sommerso enorme. Il 96% sono donne ma il fenomeno si è diffuso anche agli uomini, l’età di esordio si è abbassata a 12 anni, a volte persino 8 anni”. Sono disturbi che hanno cause profonde e diverse, “ma risentono anche dell’abuso dei social media. Ci sono siti web, chat e blog che spiegano come fare per non assorbire cibo o far passare la fame”.
Il ddl di Fratelli d’Italia
Di qui il disegno di legge in 5 articoli, che si inserisce in un quadro di crescente attenzione sul tema. Lo scandalo delle Farfalle della ginnastica ritmica ha riportato all’attenzione l’ossessione del corpo ma già nel 2001, Yahoo aveva deciso di rimuovere siti Pro-Ana e Pro-Mia mentre le piattaforme social sono impegnate a rimuovere i contenuti a rischio. Nonostante questo, il controllo dei contenuti è complesso e tra i gruppi e gli algoritmi si nascondono messaggi rischiosi. Tra gli elementi del ddl, un sostegno alle famiglie per aiutarle ad approcciarsi a questi problemi, una relazione annuale alle Camere che dovrà esser predisposta dal Ministero della Salute.
Reato di istigazione all’anoressia
Tra gli articoli, inoltre, l’istituzionalizzare della giornata contro i disturbi alimentari, oggi ricordata il 15 marzo con la Giornata del Fiocchetto Lilla e l’introduzione della prevenzione nelle scuole, con psicologi ed esperti dell’alimentazione, per segnalare i primi sintomi. “Oltre il 5% della popolazione pari a circa 5 milioni di persone – ha detto Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato – è affetta da disturbi del comportamento alimentare. Il ddl introduce misure di sostegno per chi ne è colpito e punisce chi incoraggia questi comportamenti, che non di rado hanno conseguenze fatali”. Il ddl, ha detto il primo firmatario Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari costituzionali, “introduce nel Codice Penale il reato di istigazione all’anoressia, il 580 bis, per punire chi convince le vittime, spesso adolescenti, che il loro corpo non va”. Le multe possono arrivare fino a 150mila euro e la reclusione fino a 4 anni se la vittima ha meno di 14 anni o non è in grado di intendere e volere.
In pandemia, ha sottolineato Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, “sono state prese misure restrittive che non hanno forse tenuto conto della protezione della salute di giovani a 360 gradi. Fino ad oggi si è fatto poco per affrontare i problemi psicologici della popolazione, giovane e non. Per farlo servono misure strutturali, non bonus”. Ed è “fondamentale l’istituzione della figura di uno psicologo a scuola, tema sul quale siamo molto indietro rispetto al resto di paesi Europei e di cui ho già parlato al ministro dell’Istruzione Valditara”. Il ddl ha concluso Bellucci, “spero e credo possa trovare un consenso ampio tra diverse forze politiche, come è stato per il ddl anziani”.
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