Arrestato dopo 7 anni il presunto assassino di Valentina Tarallo. La giovane ricercatrice italiana fu uccisa a sprangate l’11 aprile del 2016, a Ginevra. L’uomo accusato del delitto, un senegalese di 43 anni, è stato arrestato oggi alla periferia di Dakar: le sue impronte erano state trovate sulla mazza utilizzata per massacrare la giovane. L’uomo era riuscito più volte a fuggire utilizzando diverse identità.
Chi era Valentina Tarallo
Valentina Tarallo, originaria di Orta Nova, viveva a La Loggia, alle porte di Torino. Dopo la laurea in Biotecnologie, si era trasferita a Ginevra dove lavorava come ricercatrice, nell’ospedale universitario.
Secondo gli investigatori la giovane non sarebbe stata uccisa durante un tentativo di rapina come emerso in un primo momento. Probabilmente conosceva il suo assassino e si ipotizza che i due abbiano avuto una relazione.
Secondo le testimonianze di alcuni amici, Valentina avrebbe iniziato una relazione con il senegalese, che poi aveva lasciato per via della sua gelosia troppo morbosa.
Valentina Tarallo, la ricostruzione del delitto
Secondo le ipotesi degli inquirenti, il senegalese che non accettava la fine della relazione, avrebbe atteso la giovane sotto la sua abitazione in Avenue de la Croisette, a pochi metri dall’ospedale in cui lavorava. Qui, dinanzi al rifiuto di tornare insieme, l’avrebbe aggredita con una spranga colpendola più volte.
Alcune immagini di videosorveglianza lo avrebbero ripreso mentre fuggiva in bus. Secondo ulteriori accertamenti è emerso che il senegalese aveva vissuto anche in Italia, dove aveva sposato una donna che lo aveva denunciato per trattamenti. Espulso nel 2014 dal nostro Paese, era andato in Svizzera, dove avrebbe conosciuto Valentina.
Per la legge del Senegal, non potrà essere estradato in Svizzera ma sarà processato nel suo paese.
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