Che succede in Russia? Come va interpretato l’attentato a San Pietroburgo? È un messaggio a Putin o c’è dell’altro?
Gli analisti di mezzo mondo si sono sbizzarriti con le ipotesi, alcune a dir poco stravaganti se non fantasiose, inverosimili, al limite dell’assurdo e illogico. C’è comunque un filone interpretativo accettato dai più, seppure con le inevitabili sfumature. Ecco i punti condivisi.
1) È IN ATTO UNA LOTTA DI POTERE
Tutti d’accordo: Mosca è una polveriera. Il Putinismo è sotto schiaffo, gli smacchi si rincorrono. Il blogger filo russo saltato in aria con un chilo di tritolo lascia in piedi due piste: vendetta ucraina o “avviso “ dei russi anti Putin. C’è anche, più defilata, una terza ipotesi in verità macchinosa, di stampo vetero-sovietico, da manuale KGB.
La statuetta-bomba potrebbe addirittura essere stata escogitata dallo stesso Putin con “intenti preventivi”. Nel senso che se Putin decidesse di venire a più miti consigli e trattare la pace, potrebbe avere la necessità di colpire i propagandisti più feroci del “Mondo Zeta” che lo accuserebbero di tradimento.
2) RESA DEI CONTI ALL’INTERNO DELLA ESTREMA DESTRA IN RUSSIA
Sono note le turbolenze della estrema destra ultranazionalista russa. Il dissenso russo non è una novità. I nostalgici dello stalinismo crescono.
Oltretutto non può non colpire il fatto che gli ultimi due attentati – quello contro Daria Dugina (figlia di Aleksandr, filosofo di estrema destra , sostenitore della invasione) e questo di San Pietroburgo – sono stati compiuti contro esponenti ultranazionalisti, la frangia più radicale del Putinismo.
E il mondo ultranazionalista ovviamente se la prende con Kiev. È dicono che “l’attentato è stato compiuto per dimostrare che possono calpestare la Russia e quindi è urgente rispondere”. Si chiede una escalation.
3) MESSAGGIO CONTRO PUTIN E PRIGOZHIN
È la pista che al momento gode di maggior credito. Il fatto che l’attentato sia stato compiuto in un bar di Evgenji Prigozhin – l’oligarca russo detto il “cuoco di Putin “, fondatore del gruppo paramilitare Wagner – il bar di San Pietroburgo che ospita eventi del “ Cyber-club zeta”, bar frequentato dal blogger ultraradicale famoso per aver detto in un evento al Cremlino che “ uccideremo tutti quelli che ci serve” è una opzione che regge.
Ma potrebbe anche essere letto come un attacco a Putin da chi nel sistema ritiene che sarebbe l’ora di mettere fine al conflitto. In ogni caso c’è una certezza: le vittime dell’operazione hanno capito bene il messaggio. Loro sì.