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25 aprile, “La Resistenza Dimenticata”: il ricordo di sei partigiani epurati dalla storia ufficiale 

Mentre divampa la polemica sul 25 aprile, “Cammina Italia” di Alfredo Di Giovampaolo torna a raccontare la Resistenza e i protagonisti della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La “Resistenza dimenticata” è la puntata andata in onda sabato 22 aprile su Rainews24 e che potremo rivedere in replica oggi, 25 aprile, alle 20:30. 

25 aprile, “La Resistenza Dimenticata”: Carlo Picozza racconta a “Cammina Italia” sei partigiani dimenticati

La puntata è tratta dal libro edito da Carlo Picozza e Gianni Rivolta “La resistenza dimenticata” (2022 Media&Books Collana di storia). Il libro racconta le vicende di sei partigiani epurati dalla storia ufficiale. Partigiani in un certo senso dimenticati ma che ebbero un ruolo cruciale nella lotta al nazifascismo a Roma. Si tratta di tre uomini e tre donne.

Personaggi come Luciano Lusana, capo del servizio Informazioni del Partito comunista clandestino caduto in una trappola. Lusana è morto torturato nel 1944 in via Tasso. Il secondo è l'”anarchico sentimentale” Riziero Fantini. Giornalista partigiano, Fantini ha trascorso parte della sua vita oltreoceano tra Boston, Paterson nel New Jersey e America Latina. Amico fraterno di altri protagonisti dell’anarchismo internazionale tra cui Errico Malatesta, Sacco e Vanzetti, torna a Roma dopo l’armistizio dell’8 settembre. Nella capitale diventa un punto di riferimento per i comunisti che vivono nel quartiere di Montesacro. Per via del delatore Federico Scarpato, il 20 dicembre 1943 viene arrestato e fucilato a Forte Bravetta.

C’è poi il facchino dei mercati generali Salvatore Petronari, soprannominato l’”Avvocatino” dell’Ostiense. Petronari è un personaggio di spicco dell’antifascismo. E’ molto attivo tra gli operai che lavorano ai Gazometri in zona Ostiense. Anche lui finisce fucilato a Forte Bravetta il 20 gennaio del 1944 dopo essere stato catturato con moglie e figlia da Ugo Mastrocinque, un sedicente tenente della Rsi.

25 aprile, “La Resistenza Dimenticata”: la storia delle tre partigiane 

Tra le biografie che vengono ricordate c’è quella di Maria Baccante. Si tratta de “la primula rossa del Pigneto”. La donna è stata per diverso tempo ricercata dai nazisti per le sue azioni. Una tra queste era quella di mettere chiodi a quattro punte per forare le gomme dei mezzi degli invasori. Anna Carrani invece, lavorava alla Manifattura Tabacchi a Trastevere. La donna viene ricordata per essere stata un riferimento sindacale e politico per i tanti dipendenti. Infine c’è l’infermiera Raffaella Chiatti.  Sfidando il coprifuoco e i posti di blocco salva da una retata in corso un intero gruppo operativo gappista.

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L’omaggio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e dell’Associazione Stampa Romana ai colleghi partigiani

E alle 9.30 di oggi, una delegazione dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e dell’Associazione Stampa Romana ha reso omaggio alla memoria di sei giornalisti partigiani, i cui nomi sono scolpiti su una targa apposta dall’Ordine del Lazio all’ingresso della sede di piazza della Torretta sempre a Roma. Proposta da Carlo Picozza, consigliere dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, la lapide è stata affissa “in memoria dei partigiani giornalisti uccisi a Roma per liberare l’Italia dal nazifascismo”. 

Dei quattro colleghi che hanno sacrificato la loro vita per la democrazia e la libertà, solo tre erano noti. E si deve proprio a Picozza e alla sua ricerca su Riziero Fantini, anarchico sentimentale, amico di Errico Malatesta, Sacco e Vanzenti e altre figure di spicco dell’anarchismo internazionale, se anche questo nome figura nel novero dei martiri giornalisti della Liberazione. Così, accanto a Eugenio Colorni, Enzio Malatesta, Carlo Merli, ecco Fantini. Il “marmo” (visibile nella foto che segue), in loro ricordo perenne, è stato apposto nell’androne della sede dell’Ordine. La lapide sarà svelata il 30 maggio, giorno in cui, nel 1944, venne fucilato Eugenio Colorni, ci tiene a specificare Picozza. Saranno presenti le associazioni partigiane tra cui quelle cattoliche. Presente anche l’Associazione Stampa romana, la Federazione nazionale della stampa ed altre personalità di spicco che si battono per rendere migliore il futuro ad una categoria (quella del giornalismo) oggi fortemente in crisi. 

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La lapide che ricorda i sei giornalisti partigiani

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