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In  Kenia riesumati 21 corpi di una setta i cui seguaci si ritiene siano morti di fame per vedere Gesù

In  Kenya riesumati 21 corpi di una setta i cui seguaci si ritiene siano morti di fame per vedere Gesù

In Kenya la polizia ha salvato 15 membri della Good News International Church di cui quattro sono morti prima di raggiungere l’ospedale.

Vicino al luogo del salvataggio, nella foresta di Shakahola, nella contea di Kilifi, sono stati ritrovati altri sette corpi nell’ambito della stessa indagine e si ritiene che i seguaci della setta siano morti di fame.

Il filmato del ritrovamento è stato trasmesso da Citizen TV.

Makenzie Nthenge, il leader della chiesa, era stato arrestato il 15 aprile scorso dopo una soffiata che suggeriva alla polizia di cercare sepolture poco profonde appartenenti ad almeno 31 seguaci del pastore che avrebbe invitato gli adepti a morire di fame per “incontrare Gesù”.

Una fonte della polizia che vuole restare anonima ha chiarito come probabilmente questa prima fase dell’inchiesta sia destinata ad ampliarsi e a portare alla luce altre terribili scoperte.

Si parla di tre bambini tra le vittime e di altri undici seguaci della chiesa salvati ad aprile e portati in ospedale. Sarebbero sette uomini e quattro donne di età compresa tra i 17 e i 49 anni. I medici affermano che alcuni di loro sono molto gravi.

Con Makenzie Nthenge sono stati arrestati anche sei suoi collaboratori come riferiscono i media locali. Titus Katana, un ex membro della chiesa, invece, sta collaborando con la polizia per individuare le tombe che sembra essere riuscita, in questo modo, a salvare una donna ritrovata in gravissime condizioni secondo quanto riportato da Citizen TV.

Il mese scorso la polizia ha arrestato e poi rilasciato in libertà vigilata Mackenzie, identificato come Paul Nthenge Mackenzie, per aver incoraggiato i genitori di due bambini a morire di fame e a soffocare i loro figli.

Il quotidiano The Standard riferisce che il pastore ha respinto ogni accusa in aula dichiarando di non aver mai saputo della decisione di quei genitori, comportamento che ha avuto come conseguenza la morte dei bambini, e sostenendo la tesi del complotto ideato da suoi ex colleghi contro di lui.

In carcere l’uomo ha iniziato lo sciopero della fame in segno di protesta contro le accuse e ricorre all’aiuto della preghiera.

Matthew Shipeta di Haki Africa, un gruppo per i diritti umani, è direttrice di una casa rifugio per bambini che collabora con la polizia. Shipeta ha confermato a Citizen TV l’esistenza di 18 piccole tombe nella foresta ma non ha chiarito come fosse a conoscenza dei luoghi e dei loro macabri contenuti.

 

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