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Economia a due velocità: frena l’inflazione, non la spesa Bce annuncia nuovo rialzo dei tassi, l’ottavo! Servirà?

Economia a due velocità: l’inflazione frena, la spesa no. Alla frenata della spirale inflattiva non fa da contraltare un risparmio per i consumatori.

Continua cioè la stangata sulle famiglie. Il cosiddetto “carrello della spesa “ lamenta un aumento del 10,7% su base annua. In testa ai rincari un quartetto di ferro: alimenti, bibite, casa, utenze. Seguono ristorazioni e alberghi (+6,5%). Per far fronte al carovita gli italiani hanno cambiato l’approccio della spesa “tagliando anche le quantità comprate per riuscire a ridurre le cifre pagate alla cassa del supermercato” (Il Sole 24 Ore).’

SCONTRINO PIÙ BASSO, CARRELLO PIÙ LEGGERO

Conseguenza inevitabile. Si rivede la lista della spesa: tagli ai cibi costosi (o quelli aumentati di più)che hanno accusato addirittura dimezzamenti come le carni bovine. Ma anche il pesce fresco registra vendite in picchiata (-13%). E se qualche prodotto esce dal carrello della spesa,  comunque (spesso) un altro ne prende il posto.

È l’effetto sostituzione che ha portato gli italiani a spostarsi su alcuni alimenti considerati meno costosi. Ad esempio le vendite del merluzzo surgelato sono nettamente aumentate (+11%), come pure le carni suine (+4%), le uova (+4,7%), la mozzarella di bufala campana Dop (+5,4%), le insalate in busta (+4,8%), peraltro l’unico segmento del mondo ortofrutticolo che ha visto aumentare le quantità vendute. Tutto (o molto ) cambia, niente è più come prima.

SERVIRÀ ALLA ECONOMIA LA SFIDA DELLA MELONI ALL’EUROPA?

La premier Giorgia Meloni ha sul tavolo i dossier economici e non nasconde le sue preoccupazioni. Mercoledì in Parlamento ha attaccato, a muso duro, la Bce che  alzerà ancora i tassi (a luglio?), ritenendo la cura Lagarde peggiore della malattia.

Peggio dell’inflazione. Beccata sui toni, in verità più da comizio che istituzionali,  Giorgia si è difesa a modo suo (“I miei toni? Non mi vedrete mai paludata”). E giù bordate sulla inflazione (“una odiosa tassa occulta”), sul povero commissario Gentiloni (“Dice che dobbiamo correre, ma se avesse vigilato non servirebbe”), su chi le mette fretta di firmare il Mes (“Il nostro interesse ora è rinegoziare la governance europea “).

La realtà è che i prezzi non scendono e l’industria soffre ( -2.5% sul mercato interno, -0,4% su quello estero).Un segnale netto di indebolimento della nostra economia. Dopo sette rialzi dei tassi farne un ottavo è una scelta controproducente. Lo dicono anche i sindacati.

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