Caldo, come sto bene, mi godo le correnti d’aria, non devo preoccuparmi per covid e raffreddori. (Da Cronaca Oggi)
Anche se, temendo sempre un ritorno di fiamma, metto sempre la mascherina: i giapponesi, che da secoli portano la mascherina, col doppio della popolazione rispetto all’Italia, hanno avuto un quarto dei morti.
Poi penso a Re Davide che aveva 70 anni e sentiva sempre freddo (Bibbia, Re, 1,1). Il caldo mi esonera dalle misure, peraltro inefficaci, adottate per scaldare il sovrano.
E ritorno con la memoria alla mia adolescenza a Genova, quando d’estate a luglio il caldo era insopportabile, combinato con l’umidità del mare. I pomeriggi, nella casa bruciata dal sole, erano un incubo e il termometro segnava 32 gradi alle 4 del mattino.
L’aria condizionata non c’era ancora. I ricchi si rifugiavano in campagna, per la maggior parte dei genovesi era un inferno.
Ricordo anche il mese di luglio nei miei dieci anni a Torino. Un solo mese di caldo, ma era un inferno.
Con buona pace dei millenaristi del clima, luglio è sempre stato un mese torrido. Oggi però qualcosa è cambiato, pensiamo alle estati inglesi a 7 gradi in agosto 60 anni fa, oggi quasi caraibiche.
Vero è che il clima è impazzito, non per colpa delle auto e delle industrie ma del fatto che siamo alla fine di una era climatica, un ciclo di 10 mila anni.
Rispetto al passato però abbiamo scienza e industria che possono aiutarci.
Cosa sarebbe stata la pandemia di covid senza il vaccino? Non serve rivangare nei secoli, basta pensare alla Influenza Spagnola di un secolo fa.
Invece di sprecare forze in ìnseguendo Greta e imitando Savonarola, stimoliamo chi sa e può a sviluppare sistemi di protezione: potenziando la produzione energetica (nucleare?) per diffondere aria fredda, ad esempio. È solo un esempio, ma la creatività degli scienziati (quelli dei laboratori, nom quelli della tv o dei miniateri) può dare risultati straordinari spinta dalla molla del profitti.
Altro che scemenze ambientaliste.