Norma di legge o estetica? dilemma (non solo) siciliano, Art Hotel Atelier sul Mare di Castel di Tusa (Messina).
La vicenda dell’Atelier sul mare di Antonio Presti si presta, scusate il gioco di parole, al classico calembour della contraddizione tutta sicula.
Ufficiali dello Stato hanno, improvvisamente, oltre che improvvidamente, contestato al mecenate di Tusa l’anormalità della sua struttura. Ha fatto qualche abuso nuovo? No è sempre stata così. E come mai solo ora il Pubblico, o pubico, Potere se n’è accorto?
È come se contestassero i volti irregolari, gli occhi stralunati della Guernica di Picasso. Era a “Norma” quell’opera, in tempi di normalizzazione franchista? Perché si vuole normalizzare l’arte. Per metterla da parte, perrenderla innocua, con le sue irregolarità?
Ma irregolare rispetto a che cosa? A codicilli che durano lo spazio di una stagione rispetto alla clessidra
della Storia? Un’opera d’arte, e le stanze di Presti lo sono, cerca originalità, ti deve traferire un concetto
differente, non deve essere normale.
Se vuoi la normalità vai in un motel o all’Hilton. Se vai da Presti cerchi tutt’altro che la “norma”. L’unico codice che li si rispetta è il codice estetico, che moltissime strutture a “norma” offendono come non mai.
La Sicilia è piena di un abusivismo orrendo, e di opere regolari che fanno letteralmente schifo. Basta guardare la foto che correda questo articolo.
Se fosse vivo e vigente un codice Le Courbusier dovrebbero essere abbattute il 90% delle case, e pure le caserme dei carabinieri, alcune abusive e prive di regolare agibilità, che hanno contestato la struttura di Antonio Presti.
Ma l’irregolare al tempo di oggi, domani non è dato sapere, è Antonio Presti. Meno male che lo è. Che c’è
qualcuno che osa contraddire questi dettami da azzeccarbugli italici, in forza del Bello. Anche il Brutto,
diceva Rosenkranz ha una sua estetica, figuratevi la Bellezza che ha ispirato Antonio Presti.
La verità è che il Potere, solo solo per lavare i suoi bruttissimi peccati, dovrebbe finanziare una fondazione privata Antonio Presti e trasformare l’Atelier sul mare in un museo. Però forse così l’opera diventerebbe una natura morta, mentre la sua forza e farla vivere, respirare, nei suoi angoli acuti e nei suoi anfratti irregolari. Per fare vivere l’eccezione rispetto alla Norma.
A proposito l’unica Norma che ha valore è quella con le melenzane e la ricotta salata. Tutto il resto, oltre
Presti, è noia.