Partita la Serie A, campionato italiano, si fa per dire: modifiche in vista? Gravina e Abodi suonano l’allarme Partita la Serie A, campionato italiano, si fa per dire: modifiche in vista? Gravina e Abodi suonano l’allarme

Serie A, partito il campionato italiano, si fa per dire: 7 giocatori su 10 sono stranieri, si estingue il vivaio

Serie A, campionato nazionale (si fa per dire). Gli stranieri battono gli italiani  141 a 79. Bilancio della prima giornata: 20 squadre in lotta, 220 giocatori in campo, solo un terzo italiani. Numeri impietosi.

Un bacino preoccupante soprattutto per il neo CT Spalletti che potrà contare su una ottantina scarsa di giocatori, più quelli che militano all’estero. Poco, troppo poco. Un bel problema in vista dei prossimi Europei e dei successivi Mondiali.

IL MILAN, LA SQUADRA PIÙ ESTEROFILA

A Bologna, per la prima di campionato, i rossoneri hanno schierato 10 stranieri e un solo italiano (Calabria). L’allenatore bolognese (Motta) ha fatto anche paggio: nessun italiano in campo. Sì, in campo c’era un cognome italiano,  quello di Moro che in realtà è croato di Spalato. E quel Lucumi che agiva alle  sue spalle con un cognome che poteva trarre in inganno i nesci, è un nazionale colombiano preso dal Genk, club belga.

Nella ripresa, bontà sua, il coach felsineo ha sostituito Moro con il ruspante Orsolini, esterno offensivo di Ascoli. Il Milan ha vinto 2-0 con i gol di un americano (Pulisic) ed un francese al tramonto (Giroud).

La Juventus ha vinto ad Udine con tre soli italiani (Chiesa, Locatelli, Miretti); i locali hanno schierato un solo connazionale, il portiere Silvestri, tre stagioni nel Leeds, club inglese.

L’Inter ha steso il Monza (2-0) con 4 italiani (Bastoni, Darmian, Dimarco, Barella) e altrettanti  ne ha schierati mister Palladino.

Il Napoli, campione d’Italia,ha sbancato Frosinone  con 4 italiani (Meret, Di Lorenzo, Politano, Raspadori) e 7 stranieri, diventati  11 nella ripresa con l’ingresso di Mario Rui, Anguissa, Ostigard ed Elmas.

BELOTTI HA SALVATO LA ROMA, ALLA LAZIO NON È BASTATO IMMOBILE

La Roma di Mourinho (sostuito da Conti perché squalificato) è stata salvata da Belotti che ha ritrovato il gol in serie A dopo 34 partite; una gradita sorpresa per Spalletti. E non solo.

Alla Lazio – ha l’organico più “patriottico” della serie A –  non è bastato il ritrovato Immobile e gli altri cinque italiani (Provedel, Lazzari, Romagnoli, Cataldi, Zaccagni) per piegare il Lecce di D’Aversa plasmato dal ritiro trentino di Folgaria: due gol nel finale, in tre minuti.

Entrambe le squadre non hanno però ancora concluso il loro calciomercato: la Roma sta cercando attaccanti stranieri in Europa e Sudamerica; la Lazio cerca un forte portiere ma sempre all’estero. La musica esterofila continua.

POCHI GIOVANI, TANTI STRANIERI IN SERIE A 

È la lamentela più ricorrente. Se ne rammaricava Mancini, oggi sollevano il problema il ministro Abodi (“troppi stranieri in A: il decreto Crescita va rivisto”) e il presidente FIGC Gravina (“il 70% oggi sono stranieri, nel 2006 erano il 30%”).  E’ scattato l’allarme. Gravina vuole aiutare Spalletti. Modifiche in vista. Se ne parla da anni. Sarà questa mia volta buona?

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