Migranti, accoglienza in tilt: bandi deserti, città piene, scontro sindaci e prefetti. Dopo il taglio dei fondi, meno cooperative e associazioni partecipano alle gare per i migranti.
Sulle barricate i primi cittadini di molti capoluoghi. In testa Dario Nardella, 47 anni, sindaco di Firenze dal 2014 (subentrato a Matteo Renzi), già deputato del Pd, oggi punto di riferimento della “corrente” del governatore Bonaccini.
Nardella ha puntato i piedi, si è detto contrario alla soluzione della prefetta Paola Bernardino, cioè collocare i minori non accompagnati nelle palestre scolastiche dell’area metropolitana, in mancanza di centri di accoglienza liberi. È dunque scattato l’allarme rosso. I profughi dove li metto? E il mare continua a riversare bambini, donne e uomini che scommettono la vita per cercare una vita diversa. Lo scaricabarile in atto tra governo e comuni (grandi, piccoli) fa capire come la situazione stia scappando di mano. Siamo al limite.
EUROPA SEMPRE PIÙ SPETTATRICE SUI MIGRANTI
Italia e Spagna sono con l’acqua alla gola, c’è una evidente emergenza sbarchi e l’Europa continua a girarsi dall’altra parte. Peggio: ha tradito gli impegni con la Tunisia. È vero, gli aiuti promessi a Tunisi da Italia ed Europa non sono mai stati stanziati e Bruxelles non ha fin qui mosso un dito, svelti di labbra, corti di braccia.
I mancati aiuti economici al governo di Saied stanno alimentando continui sbarchi. Abbiamo già superato quota 113 mila. Anche 3 mila sbarchi in 24 ore. Proliferano i barchini in arrivo dal Nord Africa. Lunedì 28 il record: 63 barchini in un solo giorno. Numeri da diaspora. Che fare?
LE TRE COSE DA FARE
Il Comitato interministeriale ha preparato la svolta in tre punti.
1) Continuare sulla strada degli accordi con i Paesi del Nord Africa sia di partenza che di transito dei flussi.
2) Stringere le maglie per dare segnali chiari ai trafficanti.
3) Garantire un coordinamento maggiore tra gli operatori italiani nella attività di contrasto ai flussi illegali di migranti.
Basterà? La situazione più ingestibile resta quella tunisina. Anche perché i 105 milioni di euro promessi da UE e sottoscritti dalla presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen (sbarcata a Tunisi il 16 giugno con Giorgia Meloni e il premier olandese Mark Rutte) non sono mai arrivati a destinazione. Ma tra i fondi mai stanziati ci sono anche i 100 milioni destinati, garantiti dal nostro Ministero degli Esteri.
Le conseguenze a catena di questi ritardi stanno provocando una situazione devastante. Riassume Dario Nardella:”Stiamo implodendo “.