Putin, il piantagrano (Il Manifesto). Fumata nera a Sochi ( ANSA). La fame di grano generata dalla guerra di Putin è un sacrilegio (il Foglio). Lo zar tira dritto (Il Giornale). L’incontro di Sochi non sblocca lo stallo del grano ( Agi). Nessun passo avanti dopo l’incontro tra i due leader ( La Repubblica).
Dopo il fallimento del vertice di Sochi ( città russa sul Mar Nero ) due o tre cose bisogna pur dirle.
1) LA MEDIAZIONE DI ERDOGAN – Ancora una volta il leader turco Erdogan si è ritagliato il ruolo del mediatore. Al termine di un faccia a faccia durato 3 ore – il primo in presenza dopo quasi 1 anno – Erdogan ha incassato il niet di Putin senza fare una piega. Ha detto :” L’accordo potrà essere riavviato ma Kiev deve smussare un po’ le posizioni”. Immediata la risposta del ministro degli Esteri Ucraino, Kuleba:” Non dobbiamo sottostare ai capricci di Putin”. Ciò nonostante Erdogan si è dichiarato fiducioso. Buon segno.
2) LE CONDIZIONI DETTATE DALLO ZAR – Putin è stato chiaro, vuole che l’Occidente rimuova le sanzioni economiche nei confronti della Russia. Il leader del Cremlino si è detto pronto a “rianimare l’accordo sulla esportazione del grano”, quello raggiunto nel 2022 a Istambul; accordo da cui la Russia si è ritirata nel luglio scorso.
Senza troppi giri di parole Putin ha ribadito di essere disposto a rientrare nell’accordo solo quando verranno soddisfatte le condizioni accordate a Mosca tra cui la rimozione delle restrizioni all’export di prodotti agricoli e fertilizzanti russi. Altro buon segno? Mica tanto.
3) LA PROMESSA TIRCHIA A 6 PAESI AFRICANI – Per mitigare la sua posizione la Russia si è detta pronta a inviare cibo e fertilizzanti, gratuitamente , a 6 Paesi africani poveri considerati amici di Mosca: Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centroafricana ed Eritrea. Putin ha precisato che a ciascuno di questi Paesi saranno fornite dalle 25.000 alle 50.000 tonnellate di cereali.
La Russia non considera questa decisione come una sostituzione dell’accordo sul grano. Il Cremlino , a scanso di equivoci, ha precisato:” Questa non è una alternativa all’accordo sul grano del Mar Nero”. Per la fornitura ai Paesi più poveri la Russia ha promesso che si avvarrà del supporto di Turchia e Qatar. Probabilmente stavolta la promessa sarà mantenuta.