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L’operaio che si fa selfie con i morti al cimitero: è accusato di vilipendio di cadavere

Un operaio del cimitero di Bolotana, in provincia di Nuoro, è finito sotto processo con la pesante accusa di vilipendio di cadavere. I fatti risalgono al 2018 e il processo ha avuto inizio ieri, 25 settembre, in un’aula del Tribunale di Oristano.

Operaio del cimitero a processo per vilipendio di cadavere

Secondo l’accusa il 45enne, dipendente di una ditta che dal Comune era stata incaricata di trovare nuovi spazi nel cimitero, dopo aver riesumato alcune salme avrebbe ben pensato di scattare alcune foto ricordo in compagnia dei morti. Con tanto di birra, appoggiata sulla bara del defunto e anche una sigaretta messa in mano alla salma mummificata di una anziana signora. Scatti clandestini che però avevano fatto il giro del paese. E alla fine erano arrivati nelle mani anche dell’assessore del Comune che immediatamente ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine.

Dopo le indagini, i carabinieri erano risaliti immediatamente al protagonista delle foto e per questo, il 45enne, ora si trova a processo per vilipendio di cadavere. Durante il dibattimento, andato in scena ieri, è stata ricostruita la vicenda con l’audizione dei primi testimoni. Il processo è stato rinviato al 6 novembre.

In posa con i morti

Durante il processo, è stata ricostruita l’intera vicenda. Secondo l’accusa l’operaio nel 2018, stava lavorando per conto di una ditta del Comune di Bolotana, che era stata incaricata di trovare nuovi spazi all’interno del cimitero. Quello del paese, infatti, era troppo piccolo e le nuove aree per i nuovi loculi erano praticamente terminate. Così il Comune pensò di chiedere ai parenti se volessero cremare i loro defunti o se volessero seppellirli in terra. Chiaramente dietro autorizzazione.

La ditta per cui lavorava il 45enne stava effettuando proprio l’esumazione delle salme. Quando – secondo l’accusa – l’imputato aprì la bara di un’anziana signora, morta circa cinquant’anni fa, e si mise in posa per scattare una foto. Con tanto di sigaretta incastrate nelle labbra della defunta. La seconda salma invece immortalata dall’operaio, era vestita di tutto punto e nella foto aveva una bottiglia di birra. Secondo la tesi dell’avvocato difensore, però, quelle foto sarebbero state scattate con una persona viva vicino alla salma, per capire la differenza tra un vivo e un morto prima della cremazione.

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