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Le gang giovanili adesso fanno paura, sempre più violente, i reati commessi dai minori sono in continuo aumento

Le gang giovanili adesso fanno paura: stupri, risse, furti, rapine, spray al peperoncino tra la folla. Sono sempre più violente. E in aumento.

Tre università (Cattolica Milano, Bologna e Perugia) hanno compiuto uno studio – “Le gang giovanili in Italia” –  per aggiornare la mappa del fenomeno. Risultato? C’è da mettersi le mani nei capelli. Lo certifica pure il “Servizio analisi criminale” del ministero della Giustizia. In sintesi: i reati commessi dai minori sono in aumento.

Due dati: il 73% dei reati riguarda risse, percosse e lesioni. Il 51% sono atti di bullismo, il 50% si tratta di “disturbo della quiete pubblica”. Sabato scorso a Milano, alla tradizionale festa del liceo “Leonardo Da Vinci”, un gruppo esterno ha fatto irruzione tra i due mila studenti (radunati con il solito tam tam sui social) e i “maranza”, come li chiamano gli altri adolescenti,  hanno cominciato a spruzzare tra la folla lo spray al peperoncino.

È una delle tecniche preferite per creare scompiglio e colpire nel mucchio. Ci sono riusciti benissimo. Hanno ottenuto quello che volevano: il fuggi fuggi generale per rubare per agguantare cellulari e collanine. Tutto ciò a due passi dal Palazzo di giustizia. Poi, esaltati dalla loro impresa, hanno postati online video e racconti della serata.

PESTAGGI ANCHE TRA RAGAZZE
Succede sempre più spesso, ovunque. L’ultimo episodio ( conosciuto) si è registrato in un istituto a Cesena. Un pestaggio in piena regola all’uscita da scuola. Una aggressione davanti a centinaia di studenti. Spintoni, ceffoni, tirate di capelli. Protagoniste due ragazzine di 14 anni scatenate contro una coetanea rea , a quanto pare, di essersi rifiutata di far copiare i compiti.
E tutto è diventato virale a causa delle riprese dei telefonini che sono subito rimbalzate tra chat e i social. L’episodio di bullismo ha scatenato sconcerto e polemica e quel che è peggio è che dal video si evincono commenti a tratti divertiti.
Sulla aggressione è intervenuto persino il sindaco di Cesena Enzo Lattuca che ha detto:” Condanno fermamente l’episodio. Anche se non si è svolto nel perimetro dell’istituto scolastico sono certo che la scuola si farà carico di accompagnare con un percorso di vicinanza le studentesse verso il ripristino di rapporti di armonia”. A Bologna altro episodio che fa pensare: 4 ragazzini dai 13 ai 15 anni hanno dato fuoco per gioco ad una villa del ‘600, fortunatamente disabitata, priva di luce e gas.

MODELLI DA RECUPERARE
Tutti sono d’accordo. Gli episodi sono determinati non solo dal disagio sociale ma anche da una incapacità di relazionarsi per mancanza di educazione e di modelli. Illuminanti le dichiarazioni di un autore delle violenze sessuali di Palermo:” Mi sono rovinato la vita”, ma nessun pensiero è stato dedicato alla vittima.

Sulla rete circolano i modelli  di gang che ispirano i ragazzi e raramente sono modelli positivi. Modelli che non aiutano chi non ha una maturità tale da riuscire a distinguere quello che è virtuale anche se ormai non si parla più di online e offline ma di “onlife”dove finisce il fisico comincia il virtuale, non esiste più un confine netto.
Che fare? Gli esperti dicono: non solo reprimere ma educare; e intervenire fin dalle elementari perché ormai i segni di disagio sono già nei bambini.

 
 
 
 
 
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