Elly Schlein e le parole del mistero. Sembra il titolo di un film della serie Charlie Chan, invece è la realtà politica italiana di oggi.
“Scusa, mi sai spiegare che cosa ha detto la Schlein?” La domanda è rivolta da un esponente del Pd ad un suo compagno di partito.
La scena si svolge durante un convegno della sinistra pieno di gente proprio perché ad intervenire è la segretaria dei dem. Deve parlare in maniera più semplice?
Questo sembra essere un altro grande problema per Elly. Tra i piddini molti rispondono si. Come mai? La ragione è presto detta: lei si rivolge alla platea servendosi di un linguaggio che, ad essere buoni, potremmo definire poco chiaro. Non è il solito politichese (vi dico tutto per non dire niente). No, è un modo di esporre le idee in cui crede in modo confuso o, se volete, contorto.
Si deve dire la verità: la segretaria non ha pace da quando si è seduta sulla poltrona più prestigiosa di via del Nazareno. Sarà per colpa delle divisioni che non mancano nei dem; sarà per via di una prosa che la maggior parte dei suoi compagni di partito non capiscono.
Però, per essere sinceri, Elly non si aspettava un’altra tegola del genere aggiunta alle tante critiche che già le piovevano e le piovono addosso. Dunque, se viene incontro ad uno, crocifigge l’altro; se si azzarda a dir bene ad una parte dei tanti “correntisti”, fa inviperire una diversa componente del partito.
Così, Elly non sa che pesci prendere ed usa un linguaggio “addirittura incomprensibile”, tanto che anche Lilli Gruber (che certo non può essere considerata una donna di destra) esclama rivolta alla Schlein: “In questo modo, sarà una piccola minoranza a condividere quel che sta sostenendo”.
Imbarazzo, sconcerto, una pausa dopo le parole della conduttrice del programma tv. “Usa troppi termini tecnici e non affronta gli argomenti che tanti dem vorrebbero capire”, sostiene un giovane che fino a qualche tempo era un accanito fan di Elly.
Ad esempio, per quale motivo non spiega alla platea la ragione per la quale l’opposizione non è unita? A giorni alterni, Pd e 5Stelle litigano per poi avere ventiquattro ore di pace. I piccoli partiti che potrebbero venir loro in aiuto sono sconcertati: dove andare verso la sinistra-sinistra; oppure seguire l’ala più moderata del Pd? La Schlein è convinta che la sua opinione è quella giusta, ma quando si trova al cospetto di un gruppo che la pensa in maniera diametralmente opposta, cerca di uscire dall’impasse usando un linguaggio più “democratico” o accondiscendente. Ciò vuol dire che i problemi rimangono sempre gli stessi.
Ora, siamo a pochi mesi da una competizione elettorale che dovrà decidere quella che sarà l’Europa di domani: la stessa o diversa? E’ un interrogativo difficile che merita però una risposta quasi immediata. Eppure, su un tema così delicato Elly temporeggia, non si schiera né da una parte, né dall’altra del suo partito. Così, la situazione non cambia e la maggioranza continua ad avere gioco facile contro un avversario certamente fragile.
Pure sul problema dei migranti, il Pd tentenna. E’ sicuramente contro le posizioni della destra però non dichiara quel che vorrà fare. Più accoglienza? Maggiore sensibilità nei confronti di quelle persone fuggite dalla loro patria perché terrorizzate ed affamate?
Allora, esponga un piano, risponda agli avversari che vogliono creare dei campi di detenzione per gli irregolari. E’ disumano? Può darsi, ma qual è l’alternativa? A queste preoccupazioni che fanno soffrire pure il nostro Paese, sarebbe necessario avere un atteggiamento più chiaro, di modo che chi andrà a votare per l’Europa a giugno del prossimo anno sappia regolarsi e dare una preferenza al partito in cui crede.