La storia di Bobi aveva stupito e commosso il web ma ora è finita sotto indagine. Dopo aver ricevuto diverse sollecitazioni da parte di veterinari scettici, in particolare Danny Chambers, a nome del Royal College of Veterinary Surgeons, il Guinness dei primati ha fatto sapere di aver aperto un’inchiesta sull’età di Bobi, il cane morto il 21 ottobre scorso, secondo quanto riportato e apparentemente verificato, a 31 anni.
Noni, il Guinness e la morte
Il primato era stato convalidato dal Guinness Book of Records proprio a febbraio di quest’anno, quando Bobi avrebbe avuto 30 anni e 266 giorni, ma secondo gli scienziati andrebbe approfondito il caso di un cane morto a un’età che, rapportata a un essere umano, corrisponderebbe a 200 anni. E da quanto riferisce il quotidiano The Guardian, subito ripreso dalla stampa portoghese (il cane, di razza “rafeiro” dell’Alentejo, era nato e cresciuto nella provincia di Leiria), pare che l’unica testimonianza sia una foto del 1999, ma nell’immagine le zampe sembrano avere un colore diverso e potrebbero non essere quelle del cane che l’11 maggio scorso aveva festeggiato solennemente il suo 31º compleanno, attorniato da un centinaio di invitati provenienti da tutto il mondo.
La storia di Bobi
La storia di Bobi aveva anche un lato drammatico e commovente. Gli altri cani della cucciolata erano stati tutti uccisi e Bobi, salvo per miracolo, era stato poi ritrovato, nascosto fra la legna, dal piccolo Leonel Costa, che all’epoca aveva otto anni e obbligò i genitori a tenerlo. Costa si è preso cura di Bobi fino alla sua morte. Contattato ora dalla stampa, non ha finora voluto rilasciare alcun commento.