La pecora più sola al mondo, foto d'archivio Ansa La pecora più sola al mondo, foto d'archivio Ansa

Raccoglie 25mila firme e salva la pecora più sola al mondo: da due anni era imprigionata su uno scoglio

Raccoglie 25mila firme e salva la pecora più sola al mondo che da due anni era imprigionata su uno scoglio.

Protagonista della vicenda raccontata dal Resto del Carlino è un imprenditore informatico quarantenne modenese, Edoardo L’Astorina, che dal 2007 vive a Londra e che ha lanciato una petizione su Change.org.

Grazie alle 25mila firme raccolte in quattro giorni, l’uomo è così riuscito a far salvare ‘”Fiona”, definita sul web la pecora più sola al mondo dato che da due anni si trovava imprigionata su uno scoglio nei fiordi scozzesi del Cromarty Firth, a Nord di Inverness. 

Raccoglie 25mila firme e salva la pecora più sola al mondo: da due anni era imprigionata su uno scoglio. La storia raccontata dall’imprenditore

È lo stesso imprenditore a raccontare la vicenda. Controllando le notizie su Google – dice L’Astorina – sabato scorso, da appassionato di animali, mi sono imbattuto in quella di una pecora intrappolata in una remota baia della Scozia. Io e la mia ragazza abbiamo immediatamente aperto una petizione su Change.org e al contempo ho chiamato i giornalisti che si erano occupati anche marginalmente della notizia. In molti mi hanno risposto e hanno condiviso la petizione: ad esempio tabloid come Daily Star o Daily Mail. Nella prima notte eravamo a due firme – continua l’Astorina -, la mia e quella della mia ragazza. Alla domenica sono arrivate altre duecento firme e abbiamo sfondato quota mille lunedì, trovandoci a oltre 25mila firme martedì pomeriggio: un numero impensabile”. Così la petizione, di cui hanno parlato anche Guardian e Sun, raggiunge il suo obiettivo: ‘Fiona’, la pecora, viene salvata. “Alcuni ‘farmers’ locali si sono organizzati e sabato sono andati a prenderla, un’operazione delicata di alcune ore, ma alla fine di successo. L’hanno trasferita in una fattoria, Dalscone Farm, in un paesino che si chiama Dumfries”, conclude il modenese L’Astorina.

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