L’Italia ha adottato la piccola Indi. La neonata inglese incurabile L’Italia ha adottato la piccola Indi. La neonata inglese incurabile

L’Italia ha adottato la piccola Indi. La neonata inglese incurabile

Ultima chance per la piccola Indi, 8 mesi, la neonata incurabile ricoverata Nottingham. L’Alta Corte di Londra non staccherà le macchine che la tengono in vita, come i giudici inglesi avevano sentenziato in primo momento ; e sabato scorso hanno addirittura negato alla famiglia la possibilità di trasferire la bimba in Italia. Allora è intervenuto il governo italiano che in una seduta lampo (Cdm riunito d’urgenza) ha concesso  la cittadinanza alla piccola Indi Gregory. In pratica l’Italia l’ha adottata. Dunque la bimba ora è italiana a tutti gli effetti, può lasciare il Regno Unito quando vuol (si spera) ed essere trasferita al “Bambino Gesù “ di Roma. II viaggio disperato ha da lunedì  6 novembre (ore 14) il via libera, può cominciare. Il trasferimento è a carico dei familiari, per la degenza ci penserebbe lo Stato italiano.

Stavano per staccare la spina

Era tutto deciso. Sabato 4 l’ospedale di Nottingham avrebbe dovuto interrompere la ventilazione assistita. C’era l’ok del tribunale inglese. Indi doveva morire. Verdetto preso perché “le cure sono inutili e le causano dolore”. La scelta trovava l’appoggio anche della Corte europea dei diritti dell’uomo. Strasburgo come Londra. Allora è entrato in scena Palazzo Chigi, ad Indi è stata rapidamente concessa la cittadinanza italiana ed immediatamente i genitori della neonata hanno presentato all’Alta Corte il ricorso chiedendo di trasferire la figlia a Roma.

Il conferimento della cittadinanza

C’è una legge che lo prevede in casi come questo. È la legge del 5 febbraio 1992, art 9, comma 2. La decisione, hanno spiegato fonti dell’esecutivo, nasconde una trattativa portata avanti dal governo per settimane con gli interlocutori britannici. Indi resta al momento ricoverata al “Queen Medical Center” di Nottingham, soggetta a una patologia mitocondriale giudicata irrimediabile e attaccata alle macchine che la tengono in vita. Hanno confermato gli attivisti del “ Christian Legal Centre” che le macchine avrebbero dovuto essere spente proprio nel primo pomeriggio di lunedì 6 novembre.

Stucchevole polemica politica

In un momento come questo ci saremmo aspettati quanto meno un silenzio bipartisan; invece, si è sentita la voce inattesa del professor Andrea Crisanti, 61 anni, romano, ex  Imperial College, oggi senatore PD nonché ordinario di microbiologia all’università di Padova. Il docente ha detto:” Portare in Italia la piccola Indi è una inutile crudeltà “. E poi:” Il governo si sta facendo solo pubblicità a buon mercato sulla pelle dei genitori della bambina”. Ha risposto prontamente Iacopo Coghe portavoce di Pro Vita Onlus:” Le parole di Crisanti sono vergognose. L’unica crudeltà sarebbe staccare la spina, uccidere la piccola Indi che può essere accompagnata nella sua malattia”.

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