Lo stress, l’ansia e la depressione potrebbero svolgere un ruolo cruciale negativo nei pazienti con tumore, secondo uno studio del Netherlands Cancer Institute di Amsterdam, pubblicato su Nature Medicine. La ricerca rivela un collegamento profondo tra le emozioni negative e la capacità del cancro di resistere agli attacchi del sistema immunitario, minando l’efficacia delle terapie immunoterapiche.
Il legame tra cancro ed emozioni negative
Il tumore sembra sfruttare le emozioni negative per il suo vantaggio, creando un ambiente favorevole alla sua crescita e resilienza. Lo stress, ad esempio, può promuovere la produzione di ormoni come il cortisolo, che forniscono “nutrimento” al cancro. Inoltre, può favorire la creazione di un microambiente che agevola la proliferazione delle metastasi e indebolire le difese naturali del sistema immunitario.
I risultati dello studio sollevano preoccupazioni significative riguardo all’impatto di stress, ansia e depressione sulla risposta alle terapie immunoterapiche. Tali condizioni emotive possono compromettere l’efficacia di queste cure innovative, sottolineando l’importanza di considerare lo stato emotivo del paziente come parte integrante del percorso di cura.
L’importanza del supporto psicologico
Il supporto psicologico, fin dalle fasi iniziali del percorso di cura, emerge come una componente cruciale. Non solo migliora la qualità della vita del paziente, ma potrebbe anche influire sul “nutrimento” del tumore, creando un ambiente meno favorevole alla sua crescita. Inoltre, può contribuire a preservare e potenziare la risposta alle terapie immunoterapiche.
Paolo Ascierto, presidente del convegno e direttore del dipartimento di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, sottolinea che “lo stato emotivo e psicologico del paziente non può essere trascurato” e dovrebbe essere considerato parte integrante del percorso di cura. Un approccio olistico che abbraccia il benessere psicologico potrebbe diventare essenziale per migliorare l’efficacia complessiva delle terapie antitumorali.