Un alto funzionario delle Nazioni Unite ha criticato la decisione presa da un tribunale controllato dal gruppo Houthi di giustiziare l’attivista per i diritti umani Fatima Al-Arouli, sulla base di “false accuse”.
Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Mary Lawlor ha dichiarato: “Sono rimasta inorridita nel sentire che il 5 dicembre, il tribunale penale specializzato di Sana’a ha condannato a morte l’attivista per i diritti umani yemenita Fatima Al-Arouli per accuse fabbricate”.
Ha aggiunto che questa sentenza, arrivata a seguito di un processo ingiusto e dopo 15 mesi di isolamento, rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale.
Martedì scorso, il cosiddetto Tribunale penale specializzato in casi di sicurezza dello Stato sotto il controllo degli Houthi ha emesso la condanna a morte per l’attivista Al-Arouli. Questo con l’accusa di collaborazione con la Coalizione araba. Le procedure processuali vengono descritte da organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani come “politicizzate” e “ingiuste”.
I servizi di sicurezza del gruppo Houthi avevano arrestato l’attivista Al-Arouli nell’agosto 2022. Lo avevano fatto mentre la donna attraversava un posto di blocco nella zona di Al-Hawban nel governatorato di Taiz, e l’avevano nascosta con la forza per circa otto mesi, nel centro di detenzione del Servizio di Sicurezza e Intelligence di Sana’a, che gli appartiene.
Dopo circa un anno dalla sua detenzione, precisamente il 31 luglio 2023, il gruppo l’ha sottoposta a un processo ingiusto, in cui al suo avvocato è stato impedito di rappresentarla più di una volta. Questo nonostante il suo tentativo di difendere la donna dall’accusa di “spionaggio” davanti al tribunale Houthi che martedì scorso ha emesso una decisione che ne ordina la morte.