Antonio, di che santo Antonio sei? Di Sant’Antonio eremita, il Sant’Antonio doc o Sant’Antonio da Padova, santo portoghese italianizzato dai padovani dopo due soli anni di permanenza in città.
Oggi, 17 gennaio, nel mondo cristiano si festeggia l’eremita egiziano. A Lisbona (e Padova) è festa grande il 13 giugno.
In Italia c’è una preponderanza di Antonio padovani in tutta la penisola, fino all’estremo della Calabria.
Tra i due santi intercorrono mille anni. Tra i loro profili religiosi e biografici c’è un abisso.
Antonio abate nacque a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa.
Il libro è un best-seller del genere, pubblicato dalla Fondazione Lorenzo Valla.
Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore.
C’è una antica canzone popolare in un dialetto meridionale che racconta delle tentazioni o piuttosto dei dispetti del diavolo. Una volta la cantavano i bambini anche al Nord: il demonio ruba i bottoni dei calzoni del santo, Antonio se ne frega e con lo spago se li lega. Fu un successo di Rosanna Fratello.
La carriera dell’Antonio portoghese è tutta ortodossia e disciplina ecclesiasista. A Lisbona conservano la casa dove nacque e sopra ci hanno costruito una chiesa. Nei giorni che precedono il 13 giugno, la capitale portoghese è tutta effervescente di preparativi con festoni e luminarie.
Questo Antonio nacque a Lisbona nel 1195. Dal 1220 frate francescano, vivendo prima in Portogallo quindi in Italia e in Francia. Nel 1221 si recò al Capitolo Generale ad Assisi, dove vide e ascoltò di persona san Francesco d’Assisi. Terminato il capitolo, Antonio fu inviato a Montepaolo di Dovadola, nei pressi di Forlì.
Antonio fu incaricato dell’insegnamento della teologia e inviato dallo stesso san Francesco a contrastare in Francia la diffusione del movimento eretico dei catari. Fu poi trasferito a Bologna e quindi a Padova. Morì nel 1231. Aveva appena 46 anni ma una vita di penitenza e digiuni lo aveva stroncato.
A Padova trascorse solo gli ultimi tre anni della sua vita, muovendosi per tutto il Nordest fino a confrontarsi con il crudelissimo Ezzelino da Romano che stava quasi per ammazzarlo.