C’è qualquadra che non cosa nello scenario politico austriaco. O forse no? In Austria, il Bierpartei, letteralmente “il partito della birra”, vera sorpresa delle scorse presidenziali, ha annunciato ufficialmente la candidatura anche alle elezioni politiche del prossimo autunno.
Il leader del partito, Dominik Wlazny, meglio conosciuto in Patria come dottor Marco Pogo, ha però spiegato che per partecipare alle politiche serviranno soldi. Tanti soldi. Almeno 1,2 milioni di euro. E per racimolare il denaro saranno necessari almeno 20mila nuovi tesserati visto che la quota annuale è di 59 euro. “Siamo pronti per il Parlamento, se disporremmo dei fondi necessari”, ha detto il dottor Pogo.
Ma qual è il programma?
Musicista, comico e medico, Dominik Wlazny alle scorse presidenziali conquistò un sorprendente terzo posto con l’8,4% dei consensi registrando anche un ottimo secondo posto a Vienna.
Tutto davvero molto bello. Ma qual è il programma del partito della birra? Qualche punto sparso: creazione di una fontana di birra, cene all’aperto d’inverno, introdurre un test attitudinale per i politici, abolire la tassa sulle bevande, un fusto di birra per ogni austriaco e infine il sempre verde “una persona è una persona, vivi e lascia vivere”.
Tutto qui? No. Ci sono anche proposte almeno un po’ più serie come l’attenzione per i temi ambientali, sostegno all’Ucraina, spazi pubblici riscaldati per abbassare i costi delle bollette sulle famiglie e creazione di un ministero del Futuro.
Il partito, si legge nello statuto, “si batte per una società aperta in cui la libertà individuale, la libertà economica e la giustizia sociale siano in armonia. Il partito promuove le pari opportunità, l’istruzione, la protezione dell’ambiente e la cooperazione internazionale per creare una società moderna e diversificata basata sulla tolleranza, sul rispetto e sul progresso”. Per ora ancora leggermente tutto un po’ vago. Ma d’altronde quale programma di quale partito non lo è?
