Il primo mese dell’anno, gennaio, sembra spesso protrarsi all’infinito, lasciandoci con una sensazione di tristezza e disorientamento. Le feste di Natale sono finite, la primavera sembra ancora lontana. Perché esattamente gennaio sembra il mese più lungo dell’anno? Gli psicologi offrono spiegazioni illuminanti su questa percezione comune.
Il Blue Monday
Gennaio porta anche il “Blue Monday”, il cosiddetto “giorno più triste dell’anno”. Sebbene non sia verificata da fattori scientifici, questa giornata (che cade solitamente il terzo lunedì di gennaio) è caratterizzata dalla percezione comune dalla caduta dell’euforia delle festività natalizie. Lo psicologo Cliff Arnall ha individuato vari fattori che contribuiscono a questa tristezza, tra cui la fine delle vacanze, il clima avverso, i soldi spesi durante le festività, la perdita di motivazione nei confronti dei buoni propositi, e la necessità di intraprendere nuove azioni.
Buoni propositi, effimera euforia
La fine delle festività natalizie segna l’inizio del periodo in cui molte persone si dedicano ai loro buoni propositi per il nuovo anno. Dal rimettersi in forma all’adottare uno stile di vita più sano, dalla ristrutturazione delle abitudini alimentari a nuove promesse di cambiamento, tutti abbiamo speranze e aspettative elevate per il futuro.
Tuttavia, la realtà è spesso ben diversa. Dopo le prime settimane di entusiasmo, la motivazione iniziale inizia a sbiadire. Le sfide quotidiane, i problemi imprevisti e talvolta la mancanza di sostegno da parte degli altri possono far vacillare i nostri propositi. Ciò contribuisce a un senso di insoddisfazione e frustrazione.
Gennaio segna anche il ritorno alla normalità dopo le festività natalizie. Dopo aver condiviso momenti di gioia, ricevuto regali e goduto di una pausa dalla routine quotidiana, la “re-entry” può rivelarsi difficile. La ripresa delle incombenze quotidiane, la mancanza di eventi speciali e la sensazione di dover affrontare una lunga strada fino alla prossima pausa possono rendere gennaio un mese particolarmente arduo.
La pressione economica
Molti individui, a gennaio, si rendono conto di aver speso più del previsto durante le festività natalizie. Questo può innescare un senso di frustrazione e insicurezza economica, aggiungendo ulteriore peso alla percezione del mese come un periodo difficile.
In situazioni di disagio, dolore, noia o ansia, tendiamo a focalizzarci maggiormente su tali sentimenti. Questo può portare a un’attenzione amplificata sul passare del tempo, facendoci percepire gennaio come un mese interminabile.
Per superare la sensazione di gennaio come il mese più lungo dell’anno, è importante affrontare i buoni propositi con realismo, accettare le sfide quotidiane e trovare modi per mantenere un equilibrio emotivo. Con consapevolezza e accettazione, possiamo rendere questo mese non solo gestibile ma anche gratificante. In fondo, gennaio è solo l’inizio di un nuovo capitolo, e affrontandolo con spirito positivo, possiamo contribuire a cambiare la nostra percezione del tempo e della sua durata.