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Ghali, Israele, Rai e censura: quando un cantante fa partire la rivolta

Ghali sul palco di Sanremo ha pronunciato la frase “stop genocidio” riferendosi a quello che sta accadendo in Palestina. Parole che hanno creato un vero e proprio putiferio. La Rai infatti, dopo essere stata attaccata dall’ambasciatore israeliano, è corsa ai ripari con un comunicato che Mara Venier ha letto durante Domenica In-Speciale Sanremo. Le opposizioni si sono a loro volta scatenate parlando apertamente di “censura”. In ballo è stato tirato anche un secondo episodio che ha visto come protagonista Dargen D’Amico di cui abbiamo parlato qui.

Quando le parole di un cantante fanno scoppiare la rivolta

La frase di Ghali ha fatto partire quella che possiamo definire una vera e propria rivolta. Un episodio che ci riporta in epoche passate, quando i cantanti con le loro frasi e i loro testi riuscivano a far scendere la gente in piazza a protestare. In questo caso contro quella che viene giudicata una forma di censura. Davanti alla sede Rai di Napoli infatti, gruppi filopalestinesi, Potere al Popolo e Cobas hanno protestato. Volevano affiggere uno striscione sui cancelli e sono stati bloccati a manganellate dalla Polizia. Ora si sono dati appuntamento anche a Roma. Almeno tre gli attivisti rimasti feriti con anche un fotoreporter ferito al sopracciglio. La forza della musica. Chi l’avrebbe mai detto che un gesto avvenuto sul palco di Sanremo avrebbe creato questo putiferio?

 

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