Bitcoin in Borsa a New York. Bce contro Sec sulla deriva Bitcoin. Si può dire senza commettere peccato di lesa maestà che la Sec ha commesso un errore clamoroso e gravissimo autorizzando le quotazioni degli Exchange Traded Funds (ETF), cioè fondi di Bitcoin? Francamente c’è da restare sconcertati come sia possibile quotare sulla più grande borsa del mondo strumenti che hanno come sottostante un bene privo di qualunque valore reale.
da Italia Oggi
Fino ad oggi tutti i titoli ammessi alle quotazioni sui mercati regolamentati avevano come sottostante un asset comunque dotato di un determinato valore di uso. Gli stessi prodotti derivati inizialmente avevano uno specifico valore di uso (copertura del rischio di oscillazione dei prezzi nel futuro).
Successivamente, commettendo un enorme errore, sono stati ammessi alle quotazioni prodotti “derivati dai derivati” e poi “derivati dai derivati dei derivati” e così via, all’infinito fino ad arrivare alla vendita di prodotti derivati talmente lontani dal valore d’uso che nemmeno chi li vendeva era più in grado di dire che cosa in realtà contenevano.
Gli effetti si sono visti (crack Lehman Brothers) e sono stati devastanti per le economie mondiali. Adesso con questa sconcertante decisione della SEC si ammettono alle quotazioni prodotti legati ad un bene come il Bitcoin che non ha nessun valore di uso, ma soltanto un valore di scambio. Ammettere queste quotazioni non significa essere favorevoli al libero mercato, ma significa piegarsi alla lobby del bitcoin, consentendo di tendere trappole agli allocchi di turno.
Opportuna, chiara e diretta la posizione assunta sul punto dalla Bce, che proprio pochi giorni fa ha dichiarato sul proprio sito che “l’approvazione di un Etf non cambia il fatto che il Bitcoin non è adatto come mezzo di pagamento e come investimento, che il livello dei prezzi del Bitcoin non è un indicatore della sua sostenibilità, che non esistono dati economici fondamentali, che non esiste un fair value, che non esiste alcuna prova del prezzo”. La capitalizzazione di “mercato” – conclude la Bce – quantifica solo il danno sociale complessivo che si verificherà quando il castello di carte crollerà.
Fondamentale dare la massima diffusione di questa posizione anche con campagne sui social, radio e tv.
da Italia Oggi