Gaza in fiamme, ultime dal Medioriente in fiamme: Israele e Hamas hanno ripreso il dialogo al Cairo per un “cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza; mediatore l’Egitto, sostenuto dal Qatar. Negoziato in salita.Tra le parti rimane una certa distanza.
Ancora: si infittisce il mistero che avvolge Yahya Sinwar, 61 anni, leader di Hamas, palestinese duro e puro che il Consiglio della UE – il Consiglio speciale dei ministri – ha da tempo inserito nella lista dei terroristi. Pare sia riuscito a raggiungere l’Egitto dai tunnel che sono a Rafah. Sinwar avrebbe portato con se’ anche alcuni ostaggi.
LO STUDIO DELLO 007 ITALIANO MARCO MANCINI
Marco Mancini, ex agente segreto, ex capo del controspionaggio italiano, conosce bene il Medio Oriente. Lo ha girato in lungo e in largo. Ne ha studiato umori e cultura, ha conosciuto e neutralizzato capi delle milizie del terrore. Ha visto e vissuto situazioni che non sempre può raccontare.
Ma su una cosa Mancini, da analista di geopolitica, è certo: gli ostaggi israeliani sono ancora nei tunnel. Non solo: dei 136 uomini e donne rapiti “45 hanno perso la vita tra i bombardamenti israeliani e le torture subite dai miliziani di Hamas” (parole sue). Quanto a Yahya Sinwar, Mancini è convinto che tenga tuttora la bacchetta di regia. Una delle richieste su cui sembra irremovibile è soprattutto la liberazione di 1.500 detenuti palestinesi, tra cui i 3 capi storici di Hamas (in carcere da 20 anni), simboli della lotta contro Israele.
I TRE CAPI STORICI DI HAMAS
Sono in carcere da due decenni. Il primo è Marwan Al Barruti già nello staff di Al Fatah. Mancini dice che è “ la figura politica di maggior rilievo. Il Mandela di Gaza per il popolo palestinese, conosciuto come il generale dei prigionieri, un ingegnere specializzato in esplosivi, accusato di aver contribuito ad uccidere 65 israeliani in vari attentati.
E’ condannato con 65 ergastoli e da 10 anni vive in isolamento”. Altro nome che fa Mancini in una intervista a QN è Ahanad Sadat “ un organizzatore di cellule terroristiche “. Il terzo è Sinwar. Sulla liberazione di Sinwar, Netanyau non vuole cedere perché sarebbe considerata una vittoria politica del nemico.
E gli ostaggi dove sono? Lo 007 italiano non ha dubbi:” Sono ancora nei tunnel prevalentemente nel Sud di Gaza e presumibilmente nei cunicoli che sconfinano in Egitto. Gli ostaggi sono gestiti direttamente dal numero uno di Hamas. Nei cunicoli ci sono parecchi prigionieri israeliani, molti sono militari catturati negli anni scorsi e probabilmente torturati durante gli interrogatori.
L’esercito di Tel Aviv ne ha già distrutti il 50%. Nei cunicoli sono asserragliati 25.000 guerrieri di Hamas e si tratta di cunicoli collegati con una urbanistica che prevede dei percorsi a zeta tutti intrecciati e collegati ad una profondità di 70/80 metri dove ci sono check-point protetti anche con 50 miliziani armati per volta”. Conclude Mancini:” Hamas ha un vero esercito perfettamente organizzato. Dispone di 12 battaglioni. E poi c’è la forza speciale “Al Nokhba”, 5.000 uomini che ha portato a termine il blitz del 7 ottobre dove sono stati uccisi 1.500 Israeliani”.
I guerriglieri di Hezbollah – gli incursori col deltaplano – si sono addestrati nel deserto egiziano. Inoltre Hamas ha un servizio di controspionaggio e un ufficio propaganda che agiscono in mezzo mondo. “L’Europa – raccomanda Mancini – deve tenere la guardia alta anche con l’intelligence dei Paesi membri perché ritengo che la rete di Hamas sia presente anche qui. La capacità di penetrazione, con l’Iran dietro le quinte, è molto forte. I fanatici sono ovunque e costituiscono un pericolo da non sottovalutare “.