Il Texas ha fissato per oggi l’esecuzione di Ivan Cantu, detenuto che da tempo si dichiara innocente e sostiene che la sua condanna più di 20 anni fa era basata su false testimonianze e prove discutibili. L’uomo è stato condannato per l’omicidio di suo cugino e della fidanzata di lui durante una rapina avvenuta nel 2000 nella loro casa a nord di Dallas.
Cantu sostiene invece che uno spacciatore rivale ha ucciso il cugino per una lite sui soldi. L’esecuzione del 50enne potrebbe ancora essere fermata o rinviata, come spiega la Cnn, anche se ieri una Corte d’appello federale ha rifiutato di fermare la messa a morte del condannato con iniezione letale nonostante lui sostenga di avere nuove prove che dimostrano la sua innocenza.
Anche la Corte d’appello penale del Texas ha respinto una mozione per la sospensione, ma i sostenitori dell’uomo – tra cui tre giurati – continuano a chiedere al governatore repubblicano Greg Abbott un rinvio di 30 giorni, il massimo che potrebbe concedere dopo il rifiuto unanime della commissione per la libertà vigilata della richiesta di clemenza del detenuto.
Non è chiaro ad ora se Cantu chiederà alla Corte Suprema di intervenire. Nei documenti processuali, il detenuto e il suo avvocato affermano che dei testimoni chiave dello stato hanno effettuato false testimonianze (incluso uno che ha poi ritrattato), e che le prove appena scoperte supportano il suo resoconto secondo cui il cugino James Mosqueda – presunto spacciatore – è stato preso di mira e ucciso da dei rivali per una questione di debiti.