Il Covid potrebbe essere stato creato nel laboratorio di Wuhan, questa almeno la tesi di un professore britannico. Richard H. Ebright, questo il nome del professore, è un biologo molecolare presso l’Università di Rutgers, ed è stato citato in un articolo del Wall Street Journal firmato da Nicholas Wade.
Secondo Ebright il virus che ha ucciso milioni di persone in tutto il mondo potrebbe in realtà essere stato creato artificialmente presso l’Istituto di Virologia della città epicentro della pandemia. Il biologo cita prove trovate in un documento del 2018 proveniente dal laboratorio che parla della creazione di un tale virus. Il documento “eleva le prove fornite dalla sequenza del genoma dal livello di degne di nota al livello di pistola fumante”, dice Ebright.
I documenti provenienti dal laboratorio citati da Ebright contengono bozze e appunti riguardanti una proposta di sovvenzione chiamata Progetto DEFUSE, che mirava a testare la manipolazione dei coronavirus dei pipistrelli in modo da renderli più facilmente trasmissibili agli esseri umani. La proposta era stata alla fine respinta e non aveva ricevuto finanziamenti dalla Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti, ma Wade suggerisce che il loro lavoro potrebbe essere stato svolto da ricercatori a Wuhan che avevano ottenuto finanziamenti dal governo cinese.
“Virus creati secondo il protocollo DEFUSE potrebbero essere stati disponibili al momento dell’insorgenza di Covid, tra agosto e novembre 2019”, scrive Wade. “Questo potrebbe spiegare il tempismo altrimenti inspiegabile della pandemia insieme al suo luogo d’origine”, ha proseguito. Oltre alle note di ricerca, il giornalista spiega che la specifica struttura genetica del coronavirus che gli ha permesso di infettare gli esseri umani costituisce un’altra forte indicazione della “nascita in laboratorio del virus”. “Mentre la maggior parte dei virus richiede tentativi ripetuti per passare da un ospite animale a persone – conclude – il SARS-CoV-2 ha infettato gli umani ‘al volo’, come se fosse stato preadattato mentre cresceva nei topi umanizzati chiamati nel protocollo DEFUSE”.