Pasquetta amara per Erdogan, sconfitto alle amministrative in Turchia. Il partito del presidente-monarca bastonato ad Ankara, Istanbul e Smirne. Ha trionfato l’opposizione. Il partito repubblicano Chp (forza laica e socialdemocratica) ha inferto all’Akp (il partito conservatore fondato proprio dal presidente sui binari dell’Islam politico) una storica sconfitta.
Di più: per la prima volta, dopo 35 anni, il partito repubblicano ha superato il Chp. Per Erdogan si tratta della sconfitta più dura della sua interminabile carriera, iniziata nel 1994 con la elezione a sindaco di Istanbul. Aveva solo 40 anni. Carriera folgorante: primo ministro nel 2013, presidente della repubblica l’anno dopo. È tra i 500 musulmani più influenti del mondo, classifica stilata dal “Royal Islamic Strategic Studies Centre” di Giordania.
LO SCHIAFFO DELLE GRANDI CITTÀ
Non solo la capitale Ankara, non solo la popolosa Istanbul (15 milioni di abitanti) capitale un tempo dell’Impero romano col nome di Costantinopoli e poi di quello Ottomano. Ma anche Izmir, l’antica Smirne, con oltre 4 milioni di abitanti; e numerosi centri dell’Anatolia.
Erdogan ha ammesso la storica vittoria della opposizione alle municipali. Ha commentato: ”Non abbiamo ottenuto ciò che volevamo”. Il voto si è svolto in un clima di tensione, con i primi scontri e vittime già registrati nella zona meridionale del Paese. Una persona è morta e 11 sono rimaste ferite in scontri con pistole, bastoni e pietre durante le operazioni di voto in un distretto rurale del sud-est”.
L’OPPOSIZIONE RIALZA LA TESTA
Il partito di Erdogan non ce l’ha fatta a mettere in atto la rivincita dopo la debacle delle amministrative di 5 anni fa, quando venne sconfitto in tutte le città chiave. Questa tornata, invece offre l’occasione alla opposizione di rimettersi in gioco. La perdita della capitale economica del Paese rappresenta, per il “Sultano”, un colpo durissimo.
E fra 4 anni Erdogan, 70 anni, si candida per un terzo mandato sfruttando un cavillo perché il Paese è passato al sistema presidenziale nel 2018 e il suo primo mandato si era svolto con un altro sistema. Inutile nascondersi: Erdogan le ha provate tutte ma l’opposizione laica lo ha messo alle corde. La sua “lampadina” si sta affievolendo e tra 4 anni ,c’è il voto decisivo delle presidenziali.