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Ciclismo, uragano Van Der Poel, l’olandese vince la Parigi-Roubaix, fuga solitaria a 60 km. dal traguardo

Ciclismo, uragano Van der Poel! L’alfiere della Alpecin, 29 anni,  ha vinto la Parig-Roubaix con una galoppata potente e solitaria di 60 km. Una prova di forza, eleganza e sapienza tattica. Una prova anche di follia agonistica, nessuno si aspettava che l’olandese andasse in fuga dopo 14 settori di pave’. Ne restavano altrettanti.

Ha sorpreso tutti e ha fatto il vuoto con irridente facilità. Campione totale. Il suo e’ un ciclismo d’altri tempi, epico e gladiatorio. Ha fatto impazzire la folla. All’ arrivo al Velodromo di Roubaix lo stadio lo ha accolto con una ovazione.

UN BALLO ALL’INFERNO

La regina delle classiche – la corsa più dura della stagione che logora i ciclisti e divora le biciclette su fango e pave’ – ha mantenuto la sua fama. E la sua singolarità di gara su pietre scivolose in uno scenario di cimiteri di guerra e scheletri di miniere abbandonate. Corsa piatta solo sulla carta. In realtà si è trattato di una sfida con le pietre, di un esercizio acrobatico per restare in sella. Ne è uscito un ballo pieno di scosse ai polsi, alle braccia, alle caviglie; scariche terribili che arrivano dritte al cervello. Un tormento nei 29 settori di pave’ pari a 55 km. 
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PRIMA PARTE CON ANDATURA RECORD 

Tappa Monumento – la terza di cinque – di 258,3 Km. Partenza ufficiale da Campiegne (Alta Francia,88 km a nord di Parigi) alle 11.26  e dopo soli 37 km maxi caduta con 20 corridori. Tre italiani anche coinvolti: due sono costretti al ritiro (Viviani,Milan); senza conseguenze Alberto Bettiol. Solite scaramucce iniziali. Fuga di giornata con otto attaccanti. Dopo il terzo settore (Saint Python, 3.700 metri ) comincia la selezione.

E dopo la mitica Foresta di Arenberg (2.300 metri, massima difficoltà) resta il gruppo solo con una cinquantina di corridori. Vento fastidioso, prime forature. A metà gara si registra una media folle: 51,2 km/h. Ridotto all’osso il gruppo dei favoriti. Gli azzurri Bettiol e Mozzato perdono terreno. Ed escono di scena.

SECONDA PARTE SELETTIVA 

Al settore 14 (Beuvry-Orchies, 1.400 metri), cioè dopo 200 km di corsa e con ancora 13 tratti di sterrato e pave’ da affrontare, Van der Poel innesca la prima fiammata, a 60 km dal traguardo. Nessuno se l’aspettava così presto. Resta all’inseguimento un gruppo di 18 corridori. L’olandese fa il vuoto. In 10 km guadagna 1’09”. Ai -50 subentra negli inseguitori un po’ sconforto. Van der Poel aumenta il vantaggio. Alle sue spalle rimane un quintetto. Mancano al traguardo 40 km. Due ali di folla esultano al suo passaggio potente, elegante,vigoroso, titanico. Spettacolo di gente. Entusiasmo alle stelle. .Puro visibilio. Mathieu è indiavolato, taglia sullo sterrato con la levita’ del danzatore. Fenomeno.

PARIGI-ROUBAIX, GRAN FINALE NEL DELIRIO POPOLARE 

Van der Poel spinge sul pavé, gestisce sull’asfalto. Non si scompone mai. Ultimi 20 km, il vantaggio è salito: 2’38”. Affronta il temuto Carrefour  de l’Arbre (2.100 metri infernali) come se niente fosse. È un tripudio di forza e bellezza. Un gaudio popolare. Mai vista tanta gente lungo il percorso. C’è chi  azzarda un numero: 3 milioni di persone. Ultimi 5 km: Van der Poel ha un vantaggio più che solido: 2’46”. Alle 16.51 entra nel velodromo di Roubaix e chiude a braccia alzate dopo 5h26’01. Dopo 3’03” arriva il terzetto dei più immediati inseguitori. Philipsen vince la volata, terzo Pedersen.

ORDINE DI ARRIVO

1. Van der Poel, 2. Philipsen (+3.03), 3. Pedersen (+3.03), 4. Politt (+3.03), 5. Kung (+3.15), 6. Vermeersch (+3.47), 7. Pithie (+3.48), 8 Van Dijke (+4.45), 9. Meeus (+4.47), 10. Waerenskjold (+4.47). Primo degli italiani Andrea Pasqualon giunto 50esimo a +9.34.

 

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