La necessità del rispetto per gli animali e del loro benessere assume ormai da tempo un ruolo centrale per gran parte dell’opinione pubblica, come testimoniano tutti i sondaggi, nazionali e locali, anche in considerazione che il 75% delle famiglie italiane offre ospitalità ad un animale di affezione.
Pertanto, i temi della campagna elettorale per le amministrative di sabato 8 e di domenica 9 giugno, non possono escludere anche programmi di intervento per garantire la protezione degli animali al pari delle altre problematiche che affliggono i territori dei comuni del Lazio.
Le imminenti elezioni comunali coinvolgeranno 142 comuni del Lazio. Si tratta di un momento storico cruciale che potrebbe promuovere un significativo cambiamento nella gestione della spesa pubblica destinata al contrasto del randagismo italiano.
Nei comuni del Lazio si contano 8.000 cani reclusi nei canili locali, centinaia di migliaia i gatti randagi senza strutture di accoglienza per curarli e proteggerli. Centinaia di migliaia sono i cani abbandonati nei territori della Regione Lazio.
L’attuale normativa nazionale a tutela degli animali affida ai comuni, ed in particolare ai sindaci, la responsabilità di tutti gli animali presenti sul territorio, siano essi randagi o ricoverati nelle strutture di accoglienza. È quindi responsabilità diretta del sindaco creare indotti amministrativi strutturati, deputati al contenimento del randagismo quale piaga sociale per la collettività e causa di ingenti spese per le Amministrazioni. Inoltre, la normativa nazionale affida ai sindaci il dovere di creare programmi pluriennali per la prevenzione e repressione dei reati in danno agli animali.
Senza azioni di contrasto e prevenzione efficaci, la problematica del randagismo continua a causare sofferenza a centinaia di migliaia di animali e comporta costi considerevoli per le amministrazioni comunali, stimati in Italia tra gli 80 e i 100 milioni di euro ogni anno.
La condizione del randagismo e degli abbandoni è causa di terribili sofferenze per gli animali coinvolti nonché di ingenti spese per le amministrazioni locali: è un problema che riguarda la collettività, a prescindere dalla sensibilità animalista di ogni singolo cittadino.
ALFA Associazione Love For Animals OdV, impegnata da anni per la tutela dei diritti degli animali con azioni di prevenzione e contrasto al randagismo, ha sviluppato un programma animalista in 7 punti da sottoporre a tutti i candidati del Lazio. Un programma da realizzare in caso di elezione, per l’applicazione delle norme nazionali volte a favorire una maggiore collaborazione tra associazioni e istituzioni, un impegno concreto per la nuova classe politica affinché siano avviate campagne per le adozioni dei cani e gatti ricoverati nei canili convenzionati, l’approvazione di un Regolamento Comunale per la Tutela e il Benessere animale, la corretta gestione sia delle colonie feline sia dei randagi sul territorio che ledono la sicurezza dei cittadini.
“Ci auguriamo che questo programma possa riscontrare la condivisione e sottoscrizione da parte di tutti i candidati, come atto di impegno nei confronti della cittadinanza che richiede, da anni e a gran voce, una soluzione ad una situazione di degrado che non può che andare a peggiorare senza un intervento concreto” commenta Laura Clementoni, responsabile dei rapporti istituzionali dell’associazione ALFA OdV, che aggiunge “Sarà nostro impegno divulgare sul nostro sito [ndr. www.associazione-alfa.org] una pagella relativa a ciascun candidato a sindaco e consigliere comunale, indicando espressamente e dando visibilità a chi vorrà impegnarsi nell’avvio di corrette politiche per il benessere animale e chi dovesse tirarsene indietro”.
Il randagismo non è un problema irrisolvibile: con soli 5 anni di politiche corrette tutti i comuni potrebbero trovare soluzione ad una piaga trascurata da anni che porta con sé diverse implicazioni amministrative e sociali.
Alcuni comuni che hanno intrapreso un percorso di cambiamento per la prevenzione e la risoluzione del randagismo, in pochi anni sono riusciti ad arginare situazioni critiche, all’apparenza irrisolvibili. Ad oggi, dopo aver strutturato campagne di adozione per gli animali reclusi in canile, avviato progetti per il controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione e programmato il censimento degli animali randagi e di proprietà, con campagne di microchippatura ed iscrizione all’anagrafe canina, questi comuni hanno raggiunto un traguardo straordinario: come unico onere hanno il monitoraggio della situazione, senza dover affrontare emergenze e spese pubbliche esorbitanti. L’augurio è che sia così per tutti i comuni del Lazio.
Il problema è reale, così come il programma in 7 punti per poterlo risolvere e che potete trovare cliccando qui.