Al Bano ha suscitato una pioggia di critiche per la sua esibizione dell’inno di Mameli all’Olimpico prima della finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus. L’artista non è stato all’altezza delle aspettative, incassando diversi commenti negativi. In risposta alle critiche, il cantante pugliese ha deciso di affrontare la situazione, spiegando il motivo della sua performance sotto tono: “Ormai ho capito che c’è una parte dell’Italia che stravede per me e un’altra che non mi sopporta, ma questo è successo anche a Cristo, figuriamoci a un povero cristiano come me”.
Il cantante ha rilasciato una lunga dichiarazione a LaPresse, condividendo le sensazioni e spiegando perché non è riuscito a raggiungere alcune note: “Ho cantato perché so di saper cantare ma onestamente era talmente tanto l’entusiasmo e il casino che non capivo nulla. Ma la voglia di cantare e di non ascoltare era tanta perché ne valeva la pena. Era un’esperienza da fare che mi mancava. Se ho steccato? Sì, lo ammetto, lo dico io per primo anche perché se n’è andata un po’ la voce e – quando non senti – la voce se ne va per affari suoi”. Proseguendo, ha aggiunto: “L’entusiasmo è cosa pazzesca, ti rimane impresso nella memoria. Cantare in uno stadio tra i tifosi? Se è un concerto i tuoi fan vengono per vedere te, allo stadio vengono per vedere due partite e c’è una parte contro l’altra, cosa inevitabile. Se la rifarei questa esperienza? Senza dubbio sì, però so che è ardua. Che cosa si prova a fare le cose impossibili mi piace provarlo sulla mia pelle”.