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Elezioni europee, 3 errori della vigilia, Forti, Vox, Redditometro: ora si prevede un rimpasto

Siamo ad un passo dalle elezioni europee, una consultazione di estrema importanza, ragione per cui la prudenza non è mai troppa. Se i numeri non si possono discutere, vuol dire che qualcosa non va in Fratelli d’Italia e quindi nella premier. L’ultimo sondaggio dice chiaramente che il partito di maggioranza ha avuto un preoccupante calo. Mentre il Pd di Elly Schelin raggiunge una vetta insperata. C’è da preoccuparsi per l’Europa? Essere pessimisti non è mai un bene, però se questa discesa dovesse continuare, forse Palazzo Chigi qualche provvedimento dovrebbe prenderlo.

Eppure prudenza è un sostantivo che Fratelli d’Italia ha forse dimenticato. C’è un motivo per il quale il partito di Giorgia non ha più i consensi di una volta? Se non si vuole negare la realtà qualche errore grossolano è stato compiuto negli ultimissimi giorni. Questo è un particolare su cui la premier dovrà riflettere e studiare per porre un freno a questa pericolosa china. Bisogna capire la ragione del perché sia avvenuto tutto questo.

A nostro modesto avviso gli errori (non si può usare altro termine) sono stati principalmente tre. Il primo riguarda il rientro di Chicco Forti in Italia. Non c’è dubbio che il suo ritorno in Patria sia dovuto essenzialmente perché la diplomazia italiana (con la Meloni in testa) ha raggiunto un grande risultato. Bene, ma c’era la necessità di andarlo a prendere in pompa magna all’aeroporto di Pratica di mare? Con tanto di foto e sorrisi da parte di entrambi?

Strano che la premier, sempre così attenta e scrupolosa, si sia lasciata andare. Era chiaro che l’opposizione avrebbe strumentalizzato l’accaduto, non aspettava altro. Così, son piovute le critiche fino a riassumersi nel titolo di un giornale: “Bentornato assassino”. 

Ora è vero  che questa polemica è andata assai al di là di ogni limite, però, proprio perché la Meloni conosce vita, morte e miracoli della politica non doveva cadere in un tranello facilmente prevedibile. Sarebbe bastato un post, una breve dichiarazione rilasciata alle agenzie per non creare il putiferio che ne è nato. 

Secondo passo falso: il suo intervento, sia pure “in remote”, al congresso di Vox, la forza spagnola accusata di estremismo di destra. Che la premier conoscesse benissimo la lingua di quel paese lo sapevamo già benissimo, ma possibile che non abbia capito la ripercussione che avrebbero avuto quelle sue parole?

Il Pd, in particolare Elly Schelein, ha avuto facile gioco nel ripetere il solito ritornello del “fascismo che non è mai morto”. Come mai è caduta in quella trappola? Per quale ragione non si è resa conto che ad un passo dalle europee qualsiasi iniziativa deve essere ponderata? 

Ed ecco il terzo scivolone in cui la Meloni in prima persona c’entra pochissimo: il redditometro, un’idea ripescata che in questo momento non doveva essere mai presa in considerazione. Invece il vice ministro Maurizio Leo ha agito in prima persona, facendo finire in Gazzetta Ufficiale il decreto di cui non erano stati messi al corrente non solo i più stretti alleati della maggioranza (Forza Italia e Lega), ma la stessa Meloni non ne sapeva nulla.

Un vero e proprio suicidio in campagna elettorale. Ora, pasticcio politico e mediatico a parte, perché mai è stato compiuto questo passo che definire azzardato è poco? E’ dovuta intervenire di persona Giorgia che ha rimandato il tutto a dopo le elezioni.

E’ noto che il presidente del consiglio non vuole sentir parlare di rimpasti e di nuovi incarichi nel suo Gabinetto, ma a tutto c’è un limite e con tutta probabilità, a elezioni concluse, qualche provvedimento lo si dovrà prendere per evitare che la discesa diventi un dirupo. Se qualche suo stretto collaboratore non è all’altezza del suo compito lo si ringrazi per il lavoro svolto (?), rimandandolo però a casa. Una decisione troppo drastica? No, se ricordiamo un vecchio e saggio proverbio: “Il medico pietoso fa la piaga purulenta”.

 

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