Jordan Bardella è il presidente di Rassemblement National, il partito sovranista e di destra guidato da Marine Le Pen, l’alleata numero uno della Lega in Europa. Il fatto che il partito francese e quello italiano siano alleati dovrebbe bastare ad impedire che le due formazioni politiche si pestino i piedi. La realtà dice però altro: Bardella, in queste ore ha preso le distanze da Roberto Vannacci candidato con la Lega alle elezioni Europee. Il capolista del partito di Marine Le Pen ha risposto a una domanda dell’emittente Bfmtv sul generale noto per le sue posizione anti-gay. Bardella ha commentato proprio alcune dichiarazioni omofobe di Vannacci dichiarando di “non essere a conoscenza dei suoi commenti”. Per poi aggiungere: “Non li condivido, li condanno. Sono il difensore delle mie idee e del mio partito. Non sono l’avvocato di questo signore”.
Marine Le Pen e il suo partito, annusano in Francia una possibile vittoria con sorpasso su Macron. E’ ovvio che un partito nato nell’estrema destra che si appresta a vincere debba diventare per certi versi moderato per non spaventare parte dell’elettorato. E’ successo anche qui da noi con la Meloni: quante cose, la premier, si è rimangiata? Ricordate il blocco navale per dirne una?
Il generale Vannacci spaventa anche Marine Le Pen
Quello che però colpisce è il fatto che Vannacci, dopo essere stato molto divisivo in Italia, preoccupi anche gli stessi alleati della Lega all’estero. Salvini intanto continua a difendere il generale con cui la Lega spera di raccogliere consensi che permettano, al partito, di restare sopra l’8 per cento. Ospite, domenica, a “In Mezz’ora”, il leader della Lega ha difeso il generale: “Il razzismo in Vannacci io non l’ho mai trovato, condivido molto del suo pensiero”. Nelle scorse settimane, in un’altra intervista rilasciata questa volta a Belve, a proposito dell’anormalità degli omosessuali, un cavallo di battaglia di Vannacci, Salvini aveva invece preso le distanze ben sapendo che comunque il tema dell’omosessualità, almeno nella parte occidentale dell’Europa, resta un tema divisivo: “Ho detto che condivido le sue battaglie sulla libertà di pensiero, ma per me uno può essere omosessuale, eterosessuale, transessuale, bisessuale, polisessuale”.
Resta il fatto che, al di là di quello che pensa Salvini, Vannacci spaventa anche i suoi alleati in Europa. Forse la politica italiana, prima di candidare per l’ennesima volta una persona che ha come unico “merito” di attirare consenso grazie al suo essere divisivo, ci dovrebbe pensare almeno cento volte.