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Le mafie nel cyberspace: dark web, banche online, droni, AI. I boss cercano più hacker che sicari

Utilizzano droni e sommergibili radiocomandati per trafficare in droga e armi. Assoldano i migliori hacker del mondo, agiscono con disinvoltura sul web – dove hanno oramai spostato molte delle loro attività -. Creano banche online per riciclare denaro. Cominciano a usare l’intelligenza artificiale.

 Sono le nuove mafie, sempre più abili a cavalcare l’onda dell’innovazione tecnologica e informatica per ampliare il loro raggio di azione e aumentare i profitti. E’ il quadro che emerge dal rapporto ‘Le mafie nel cyberspace’, realizzato dalla fondazione Magna Grecia ed in corso di presentazione oggi alla Camera.

Lo studio rileva che le mafie operano digitalmente in modo strutturato, strategico e coordinato, tanto che esistono delle correlazioni tra riciclaggio di denaro, criminalità informatica, cripto-asset e corruzione.

Del resto il dark web rappresenta un luogo ideale per le mafie: è discreto, relativamente sicuro e permette di mantenere l’anonimato grazie alle tecnologie disponibili di pseudonimia e crittografia. Sull’internet sommerso ci sono grandi piazze virtuali dove è possibile comprare e vendere di tutto.

Allo stesso tempo, si può riciclare denaro o si possono commettere frodi finanziarie ed estorsioni online, sapendo di poter eludere le frontiere tradizionali e sfuggire alle indagini. Al tradizionale pizzo, dunque, le organizzazioni criminali affiancano le estorsioni online, puntano sul metaverso e sul dark web. Se prima andavano alla ricerca di avvocati, commercialisti, broker, notai, agenti immobiliari, oggi cercano ovunque ingegneri informatici, hacker e drug designer.

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