E’ opinione di molti commentatori che dopo le elezioni francesi, Giorgia Meloni sia sempre più sola in Europa. Da che cosa traggano questa ipotesi francamente non si riesce a capire. Tranne forse Macron che è in cattive acque essenzialmente per colpa sua, gli altri capi di stato e di governo stimano e apprezzano la premier, tanto è vero che si parla sempre più frequentemente di “melonismo”. Nella crisi che sta attraversando la Francia qualcuno ha anche adombrato l’idea di seguire l’iter della nostra presidente del consiglio. Come dire, rimaniamo in Europa, ma con un diverso atteggiamento. Si deve contare di più senza abbandonare le proprie idee quando ci si occupa del proprio Paese.
Meloni fuori dal grande giro che fa capo a Bruxelles?
Assolutamente no, a parere di alcuni. Piuttosto Giorgia deve risolvere certi “problemucci” che riguardano casa nostra, in pratica alcune divergenze che ha con i suoi alleati di governo. Matteo Salvini è sempre più imprevedibile: giornalmente una ne fa e cento ne pensa senza informare o mettersi d’accordo con Palazzo Chigi. Va per conto suo ed allora sarebbe il caso di chiedersi: dove vuoi andare a parare? Ora, come ultima mossa, ha lasciato il suo gruppo di “identità e democrazia” per abbracciare il disegno di Orban che ha fatto nascere il “patriottismo europeo” dove sono confluiti anche gli spagnoli di Vox e i francesi della Le Pen.
Chi adesso continuerà a criticare la Meloni per la sua amicizia con il premier ungherese, dovrebbe fare un passo indietro e riconoscere la sua colpevolezza. Al contrario, la Lega ha sposato in pieno le idee di Orban tanto che Roberto Vannacci è diventato il vice presidente mentre al vertice di questo nuovo raggruppamento (terzo in classifica in Europa) è niente po’ po’ di meno che il pupillo della Le Pen, al secolo, Jordan Bardella il quale sarebbe dovuto diventare (in caso di vittoria della destra in Francia) il presidente del consiglio dei nostri cugini doltr’Alpe.
I problemi non riguardano solo il Carroccio
Anche Forza Italia, in questo ultimo periodo, è diventata leggermente ondivaga. In specie dopo l’intervista di Marina Berlusconi al Corriere della Sera. Antonio Tajani segna il passo. Vuole essere considerato il più moderato dei moderati e non poche volte dissente dalle decisioni di Giorgia Meloni. Non lo fa apertamente, però ai politologi non sfugge un simile atteggiamento e non vedono l’ora di pubblicizzarlo.
La verità vera è che sia Salvini che Tajani hanno una gran paura del feeling che la premier ha con buona parte degli italiani. Nell’ultimo sondaggio, evidenziato da Enrico Mentana, ha superato il 29 per cento dei suffragi e continua settimanalmente a salire. E’ chiaro che così stando le cose, i due vice premier debbano in qualche modo cambiare per non scomparire. Se le preferenze non si fermeranno, i leader della Lega e di Forza Italia debbono e dovranno reagire per evitare guai peggiori.
E’ urgente, quindi, un chiarimento a tutto tondo nella triade che governa. Non si può un giorno si e l’altro pure aprire un contradittorio diventato palese e sotto gli occhi di tutti. Si è sempre detto che la destra aveva prevalso negli ultimi anni per la coesione che la contraddistingueva. Giorgia dovrà intervenire per riportare la quiete se vorrà arrivare al traguardo del 2027.