Il crollo di un costone a mare nel comune di Monte di Procida, avvenuto ieri mattina, solleva interrogativi sulla sua possibile connessione con la scossa di magnitudo 2.6 registrata nell’area flegrea. Secondo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano – Ingv, non è certo che il crollo sia direttamente legato al terremoto, sebbene sia avvenuto in concomitanza con l’evento sismico. Il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, ha confermato che il cedimento si è verificato proprio mentre gli operatori del Comune erano in barca per il monitoraggio delle coste, utilizzando anche droni.
Riunione in Prefettura e misure di sicurezza
Nel pomeriggio, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato una riunione alla presenza del sindaco di Monte di Procida, Salvatore Scotto Di Santolo. È stato ribadito che l’area è già soggetta a un divieto di accesso a causa della sua pericolosità. Sono state annunciate ulteriori misure di sicurezza, tra cui l’implementazione della cartellonistica e un controllo serrato da parte della Capitaneria di Porto. È stato disposto anche un servizio di vigilanza da parte delle forze dell’ordine e delle polizie municipali nei pressi del costone.
Il crollo e le sue conseguenze
L’evento ha avuto luogo in un’area già nota per il rischio frana, nella zona della Marina di Torrefumo, che collega il porto di Acquamorta a Monte di Procida con il litorale di Miliscola a Bacoli. Fortunatamente, non c’erano bagnanti nelle immediate vicinanze, ma i presenti sulle spiagge vicine hanno assistito spaventati alla scena. Una grossa nuvola di polvere si è alzata dal mare dopo il crollo, creando panico tra i presenti.
L’opinione degli esperti
Mauro Di Vito ha spiegato che lo sciame sismico è stato monitorato dall’Osservatorio Vesuviano, e sebbene ci siano state diverse scosse poco significative, solo una ha raggiunto una magnitudo di 2.6. Di Vito ha sottolineato che è difficile correlare direttamente il crollo alla scossa sismica a causa della distanza tra l’epicentro e la costa interessata, nonché per la mancanza di un’accelerazione significativa al suolo.
Egidio Grasso, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, ha evidenziato l’importanza di considerare sia la vulnerabilità sismica sia il rischio idrogeologico nelle valutazioni di stabilità delle aree. Grasso ha dichiarato che l’evento di oggi dimostra come l’interazione tra fenomeni sismici e aree a rischio idrogeologico possa avere conseguenze disastrose, sottolineando la necessità di una valutazione integrata di tutti i rischi naturali.