Musetti, è stato bello. Sull’erba di Wimbledon, in una semifinale da cineteca, l’azzurro ha ceduto in tre set contro il miglior Djokovic dell’anno. Punteggio finale: 4-6, 6-7, 4-6. Il carrarese ha lottato con ferocia agonistica, accompagnata da magie, da continue variazioni del suo vasto repertorio nel tentativo di mandare fuori giri il serbo extraterrestre. Non ce l’ha fatta . Meritava di portare a casa almeno un set, ci è andato vicino ma “Sua Maestà” Nole ha sempre saputo trovare le soluzioni. Lorenzo ha ceduto con onore. È uscito dal Centrale a testa alta, tra gli applausi di un pubblico che durante il match lo ha anche sostenuto con cori da stadio.
Un Nole quasi perfetto
Niente da fare con un Djokovic così, semplicemente quasi perfetto. Continua nella sua inarrestabile corsa: operato al menisco del ginocchio destro il 5 giugno scorso, cinque ettimane dopo si ritrova in finale a Wimbledon per la decima volta, a caccia dell’ottavo titolo, ma sopratutto del 25esimo Slam. Cose incredibili, cose da pazzi ma non per il marziano di Belgrado. Domenica, se batterà Alcaraz, raggiungerebbe anche il record di Roger Federer.
Ha detto ai microfoni subito dopo il match: “Ho detto tante volte che Wimbledon è il mio torneo da sogno. A 7 anni, sotto le bombe, sognavo di essere sul campo più bello del tennis. Costruivo il trofeo con qualunque materiale, mi guardavo allo specchio dicendo che sarei diventato campione”. Poi ha aggiunto: “La formula del successo? È meno difficile di quanto sembri. Molti parlano di lavoro duro, io dico lavoro intelligente. Ho capito cosa funziona di me, ho studiato campioni di sport diversi. Il tennis pretende, basta un giorno sbagliato per uscire da un torneo. Tante cose fanno la differenza: nutrizione, sonno, emozione. Sembra complicato ma in realtà è abbastanza semplice”.
Ha spiegato l’ex ct Paolo Bertolucci: “Sinceramente un Djokovic così centrato, pimpante, atleticamente debordante, non si vedeva dagli US Open 2023. Ne ha fatto le spese Musetti , che rispetto al Roland Garros si è trovato di fronte un rivale pressoché ingiocabile. Nole ha tenuto un rendimento al servizio eccezionale, in risposta ha trovato una profondità e precisione con grande continuità, da fondo ha spinto dal primo all’ultimo punto, si è mosso con l’agilità di un felino”.
La finale
Il serbo Novak Djokovic, 37 anni, sette volte vincitore a Wimbledon, affronterà lo spagnolo Carlos Alcaraz, 21 anni, un trofeo nello Slam londinese conquistato nel 2023 battendo in finale battendo proprio Djokovic. In queste prime 6 partite il serbo ha mostrato una capacità camaleontica rendendosi imprevedibile, senza dare punti di riferimento. Il talento iberico è chiamato ad una grande prestazione.