“Il rischio di influenza aviaria per la popolazione generale rimane molto basso, tuttavia per le persone esposte ad animali infetti le infezioni H5N1 sono preoccupanti perché possono causare malattie gravi, nonché per il loro potenziale pandemico. Se questi virus dovessero mutare per diffondersi facilmente da persona a persona, potrebbero scatenare una pandemia. Come detto tante volte, ci sono pochi dubbi che l’aviaria si diffonderà globalmente. È solo questione di quando succederà”, ha scritto il professore Matteo Bassetti su X, sottolineando poi che non ci sono dubbi, per chi fa questo mestiere dal veterinario al ricercatore, che l’influenza aviaria sarà “il prossimo problema pandemico”. “È tutta questione di tempo e in questo tempo dobbiamo organizzarci, a livello globale, europeo e italiano, per farci trovare pronti”, sottolinea ancora l’esperto, ribadendo che il virus si sta avvicinando progressivamente agli esseri umani.
Le parole di Bassetti
“Mi sembra che ormai il continente americano sia particolarmente colpito – osserva – prima con le mucche da latte, adesso con il pollame infetto, con persone che si contagiano. E quando accade in un continente così grande e popolato, credo che il problema sia unicamente di quando” le sue dimensioni si allargheranno. “Tutti questi segnali ci fanno capire che l’influenza aviaria presto o tardi arriverà, perché prima o poi succederà che questo virus venga trasmesso da uomo a uomo” prospetta l’esperto.
“Speriamo che succeda il più tardi possibile – auspica – e soprattutto speriamo che accada quando saremo tutti pronti e organizzati, quando avremo un vaccino adeguato, farmaci in quantità adeguate e strutture per accogliere eventuali pazienti contagiati”. Ma attenzione, ammonisce Bassetti: “Finché ogni volta che noi medici, ricercatori, autorità sanitarie o altri parliamo di influenza aviaria ci sarà qualcuno che insorgerà accusandoci di fare terrorismo, finché andrà avanti quell’atteggiamento complottistico che purtroppo riguarda molte persone, il tema non si affronterà come si deve, come sarebbe giusto affrontarlo a livello continentale e globale”.
“Purtroppo la pandemia di Covid ci ha fatto ripartire nel modo peggiore – rileva l’infettivologo – con una grossa sfiducia nei confronti del mondo della scienza, delle organizzazioni internazionali e perfino dei Cdc che sono sempre stati portati ad esempio, come punto di riferimento mondiale”.
“Sicuramente siamo di fronte a una situazione che a me non piace e che bisognerebbe cercare di cambiare”, è l’appello di Bassetti. Servirebbe farlo contrastando il complottismo, “aiutando le persone a capire che potremo farci trovare pronti soltanto parlandone, soltanto creando consapevolezza su cos’è l’influenza aviaria e su cosa può succedere con una pandemia, e soprattutto preparandoci. Mi rendo conto che per la popolazione generale possono essere concetti difficili da comprendere, però mi auguro che si possa fare di più”.